Thomas De Luca, Patrizia Braghiroli, Angelica Trenta, Federico Pasculli, Valentina Pococacio del Gruppo Consiliare M5S Terni intervengono sulla polemica nata a seguito delle parole del sindaco di Roma, Virginia Raggi (leggi), parole smentite dall’assessore alla sostenibilità ambientale del comune di Roma, Paola Muraro che ha postato il messaggio su facebook:
Utilizzo impianti solo nel rispetto delle autorizzazioni vigenti: dai vecchi partiti i soliti attacchi strumentali. Non esiste nessun caso Umbria e la presidente della Regione non si deve preoccupare. Il conferimento dei rifiuti negli impianti ACEA nel Lazio, già avviene da molti anni nel silenzio generale (che ha fatto finora la vecchia politica?), non è nelle intenzioni del Comune di Roma intervenire su nuovi ampliamenti o modifiche autorizzative degli impianti ACEA. Gli impianti citati fanno parte dell’impiantistica di ACEA di proprietà per il 51% del Comune di Roma. L’utilizzo dei suddetti impianti potrà avvenire solo nel rispetto delle autorizzazioni vigenti e i rifiuti verranno conferiti tenendo conto del principio di prossimità. Terni è già una città martoriata dall’inquinamento: ricordiamo che ha il triste primato di essere la prima città in Italia per nichel e cromo dispersi in atmosfera e nei suoli. Quelle di oggi sono solo polemiche costruite ad arte e i sindaci Pd e Fi che oggi pretestuosamente hanno alzato il classico polverone agostano possono dormire sonni tranquilli. Il M5S non solo a Roma ma in tutta Italia vuole andare verso Rifiuti zero e sta lavorando per questo con impegno.
Dopo la smentita il Gruppo Consiliare M5S Terni chiede al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e alla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini di mantenere le promesse fatte: dire “no” all’autorizzazione richiesta da Acea
Smentite le bufale – scrivono i pentastellati – rimangono gli impegni di chi in queste ore si è esposto in maniera inequivocabile, Leopoldo Di Girolamo e Catiuscia Marini. Comune e Regione devono dire no alla richiesta di autorizzazione presentata da ACEA per bruciare rifiuti urbani umbri, devono dire no alla produzione e all’utilizzo di combustibile solido secondario, devono dire no a qualsiasi accordo tra regioni. Le complesse problematiche di Terni non consentono in alcun modo di aggravare l’emergenza sanitaria ed ambientale. Altro che ampliamento autorizzativo, le autorizzazioni vanno bloccate e revocate. A Terni non deve e non può arrivare un grammo di monnezza, né da Roma, né da Perugia, né da altre parti. Per questo il nuovo piano industriale di ACEA non può che prevedere lo smantellamento o la riconversione in fabbrica dei materiali dell’inceneritore ARIA SpA. Aspettiamo la Presidente Marini, che vediamo a Terni solo per le inaugurazione di nuovi punti coop, e la invitiamo ad agire per il nostro diritto alla salute, su quelle barricate che grazie al MoVimento Cinque Stelle hanno squarciato il negazionismo della letteratura grigia del sistema Terni. Ridicolo e patetico che chi ha nascosto la verità sulla diossina e il pcb negli alimenti, chi ha nascosto il tetracloroetilene nell’acqua potabile, chi aizzava con comportamenti irresponsabili chiamandoci terroristi oggi si erga a paladino dell’ambiente. Chi ieri nella pseudo opposizione taceva, connivente, di fronte al negazionismo ambientale e sosteneva fermamente gli inceneritori oggi ululi alla luna. Se Roma ha all’orizzonte un emergenza sanitaria, Terni è in emergenza sanitaria da anni. Tutti coloro che adesso starnazzano, lo tengano bene a mente: è solo grazie al M5S se il muro di negazionismo ambientale è stato abbattuto, è merito del M5S se oggi i ternani conoscono il disastro ambientale in cui versa la loro città. L’incenerimento a Terni ha dei nomi e cognomi, sono quelli di chi l’ha sempre sostenuto, da Raffaelli a Porrazini, dalla Lorenzetti a Cavicchioli. Mentre noi già, nel 2006, come meetup, chiedevamo la costruzione di un impianto di trattamento meccanico biologico per evitare l’incenerimento. La Raggi ha parlato da Sindaco di Roma. Mentre destra e sinistra hanno per anni ingrassato le tasche di Cerroni oggi, verso Roma Rifiuti Zero, il passo obbligatorio era quello di spostare tutto sulle aziende di proprietà pubblica. Compito e dovere nostro è in questi giorni illustrare nel dettaglio la situazione ternana, per una collaborazione che possa portare molto lontano dal decennio che ha ammorbato l’Umbria nel segno dei veleni e delle interdittive.