In 10 giorni gli uomini dell’Arma guidati dalla Procura di Terni hanno stretto il cerchio delle indagini relative alla scomparsa del 53enne Sandro Bellini, partite il 18 maggio scorso con il rinvenimento in fiamme in una radura boschiva di località Palombara di Marmore di Terni della sua autovettura, su un 44enne ucraino ritenuto l’autore dell’efferato omicidio del 53enne. L’uomo è stato arrestato nella tarda serata di ieri dai Carabinieri che gli hanno notificato una ordinanza di applicazione di custodia in carcere in relazione ai reati di omicidio, incendio aggravato e occultamento di cadavere emessa nei suoi confronti dalla Dott.ssa Simona TORDELLI, G.I.P. del Tribunale di Terni.
La misura cautelare in questione, come sottolineato nella conferenza stampa di stamani dal Procuratore Capo della Repubblica di Terni, Alberto LIGUORI, si è basata sul robusto quadro accusatorio raccolto dagli investigatori dell’Arma sotto la guida di Tullio CICORIA, Sostituto Procuratore della Repubblica di Terni titolare del relativo fascicolo processuale. La tempestività, l’efficienza e l’efficacia dell’attività investigativa che ha permesso la raccolta dei fondamentali gravi indizi di colpevolezza è il frutto della compattezza e del gioco di squadra fra l’Ufficio di Procura e la Polizia Giudiziaria.
Grazie al combinato contributo delle varie componenti dell’Arma l’indagine non ha conosciuto soste riuscendo a seguire tutte le possibili piste investigative: dalla Stazione CC di Piediluco, i cui militari sono intervenuti per primi sul posto, al successivo intervento delle aliquote speciali del Comando Provinciale, Nucleo Operativo della Compagnia e Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, per poi passare ai Reparti Speciali dell’Arma di supporto, Nucleo Cinofili di Firenze con i cani molecolari, Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma e Nucleo Subacquei di Genova, il crescendo investigativo è risultato completo e senza soluzione di continuità.
Il connubio positivo svolto nell’ambito della delicata attività di indagine fra tecniche tradizionali (caratterizzate dalla prevalenza dell’elemento umano dell’investigatore: sopralluoghi, escussione dei testi e ricostruzione delle relazioni personali) e moderne (elementi scientifici dell’indagine: analisi dei tabulati telefonici, ricostruzione dei movimenti ed indagini biologiche) ha permesso alla Procura di fornire al G.I.P. numerose attività di riscontro, in particolare il rinvenimento da parte degli investigatori di alcuni indumenti dell’arrestato poi risultati sporchi del sangue della vittima, all’ipotizzata reità dell’odierno indagato.
Il ritrovamento delle ultime ore nelle acque del fiume Velino, grazie alle ininterrotte ricerche dei sommozzatori dell’Arma, del corpo della vittima sono solo l’ultimo atto di una complessa e non ancora terminata attività investigativa. Il movente dell’omicidio è di natura passionale in quanto scaturito dalla gelosia che l’autore, allo stato ristretto nel carcere di Terni, nutriva nei confronti della vittima per via della relazione che quest’ultimo aveva con la sua ex compagna (da comunicato dei CC Terni).
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