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SCONTRO SULLE MENSE SCOLASTICHE, UIL: “14 TONNELLATE DI PLASTICA IN PIÙ DA SMALTIRE”

(Roberta Falasca) Quattordici tonnellate di plastica in più da smaltire con la chiusura del servizio mense “cotto e mangiato”. Lo spiega in una nota il segretario generale della Uil, Gino Venturi, il quale non crede alle rassicurazioni dell’assessore sulla “non estensione della chiusura delle mense in loco. Come si fa a credere all’amministrazione – afferma Venturi – quando con la decisione assunta improvvisamente sotto Ferragosto è già venuta meno agli impegni contrattuali presi con la Carta dei servizi?”. Secondo Venturi, infatti, la chiusura delle cucine nelle mense delle scuole non solo è una scelta che riduce la qualità del servizio per i bambini ma rinuncia anche al rispetto dell’ambiente, facendo rimanere in piedi così rimane solo il principio del massimo risparmio, tra l’altro tutto da verificare. “Con la fine del ‘cotto e mangiato’ – continua Venturi – si avrà anche la sostituzione dei piatti in ceramica con quelli di plastica con una maggiore produzione di rifiuti annua di 14 tonnellate di plastica da smaltire. Il calcolo deriva da un dossier sull’utilizzo dei piatti di plastica nelle mense scolastiche del Comune di Perugia realizzato da “’deazioni Civiche’. Naturalmente riproporzionato alle quantità delle nostre mense.

Ecco i conti: i pasti con cucina nelle mense scolastiche ternane sono stati 446.047 nell’anno scolastico 2014/2015. L’eliminazione dei piatti di ceramica in tutte le scuole comporterebbe la produzione di 873.777 piatti di plastica, oltre ai bicchieri e alle posate. Il peso è di 0.011 per i piatti, 0,003 per i bicchieri e 0.005 per le posate. Il totale: 14 tonnellate all’anno (stima) di maggiori rifiuti di plastica da smaltire. Con tutto ciò che ne consegue sul fronte dell’impatto ambientale, ma anche in termini di costo per lo smaltimento. Tutti i Comuni, grandi e piccoli, sostituiscono nelle mense scolastiche i piatti di plastica con quelli di ceramica, sia per il rispetto ambientale, sia per contenere i costi, sia da un punto di vista educativo. Il Comune di Terni – conclude Venturi – va quindi decisamente in controtendenza peggiorando la qualità di un servizio in nome di un risparmio solo presunto e mai dimostrato”. Foto: web ©

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