Condanno duramente le parole rivolte da un dirigente sportivo a un’arbitra umbra, a cui è stato detto: “Dovresti fare la fine di Ilaria Sula”. Queste parole vergognose e inaccettabili suscitano in me profonda indignazione e rappresentano l’ennesimo atto di violenza verbale – e dunque morale – contro una donna, contro chi svolge il proprio lavoro con dignità e contro la memoria di una giovane vittima di femminicidio, oltre che contro la sua famiglia che sta soffrendo il peggiore dei lutti. Una frase crudele e disumana, pronunciata da una persona che dovrebbe rappresentare i valori positivi dello sport e che invece ha smarrito ogni senso di umanità e rispetto.
Ogni parola violenta contro ogni persona va condannata e denunciata. Ma non basta più condannare. Occorre agire. Mi aspetto una sospensione immediata per chi ha pronunciato queste parole, e forse servirebbe una riflessione seria sull’opportunità di fermare, anche solo temporaneamente, le manifestazioni sportive laddove non si è capaci di garantire il rispetto dei valori che sono alla base dello sport: inclusione, rispetto, umanità.
Lo sport dovrebbe essere uno spazio educativo, non un’arena dove si sfoga il peggio di sé. Basta giustificare la violenza verbale come “uno sfogo”. È ora che tutti, soprattutto chi ha ruoli pubblici e di responsabilità, imparino a controllare linguaggio e gesti. È l’unico modo per proteggere le nuove generazioni da una deriva pericolosa.
Alla donna colpita da queste parole va tutta la mia solidarietà. E alla famiglia di Ilaria Sula, già ferita da un dolore immenso, esprimo la mia più sincera e affettuosa vicinanza. So che quel linguaggio ha riaperto una ferita. Come donna, come madre e come rappresentante delle istituzioni, dico: scusaci Ilaria, se ti facciamo ancora soffrire.
Maria Grazia Proietti
Consigliera regionale PD Umbria