Nota di Mascia Aniello, ex assessore a Terni.
La morte di Sanderson Mendoza non è solo un incidente sul lavoro, ma un omicidio tristemente prevedibile, consumato nelle Acciaierie di Terni. Molti conoscevano le oscene condizioni operative di alcuni reparti del polo ternano, eppure non è stato fatto nulla.
In queste ore la politica moltiplica le dichiarazioni gonfie di retorica; poi siederanno in prima fila al rito funebre, con una maschera di costernazione e indignazione; ma alla fine tanti operai resteranno ancora privi delle più elementari condizioni di sicurezza.
“La politica deve smettere di piangere lacrime di coccodrillo. Serve un cambio di rotta immediato, altrimenti continueremo a contare morti sul lavoro”, ha dichiarato Fabio Benedetti, sindacalista della FIOM-CGIL. “Chiediamo un incontro urgente con la Regione e con la dirigenza delle Acciaierie per rivedere le misure di sicurezza e gli investimenti sulla prevenzione”.
Venerdì scorso ho richiesto formalmente alla Regione Umbria di riesaminare l’AIA Tapojarvi, un atto che, in un Paese civile, dovrebbe essere accompagnato da diffide e sospensioni dell’attività. Dal Palazzo non ho ricevuto alcun riscontro, al di là di generiche, preconfezionate rassicurazioni alla stampa sulla necessità di maggiori controlli.
D’altra parte, se la Giunta regionale avesse davvero voluto maggiori controlli, la stessa ARPA (Agenzia della Regione Umbria) avrebbe potuto installare le telecamere richieste dalla sottoscritta a suo tempo, incrementando comunque la pressione sulla dirigenza delle Acciaierie. A dispetto delle dichiarazioni di maniera, molti politici hanno sempre freddamente sostenuto il “non dobbiamo farli sentire controllati”: ecco il risultato.
“La Regione Umbria deve assumersi le proprie responsabilità”, afferma Andrea Ricci, esperto di sicurezza sul lavoro. “Il quadro normativo esiste, ma se non viene applicato e fatto rispettare, è come se non ci fosse. Non possiamo accettare il silenzio istituzionale di fronte a una tragedia così grave”.
Ma il problema non sono soltanto i mancati controlli – anche della Regione – quanto il silenzio assordante di tutta la politica rispetto a un sistema produttivo antiquato, radicato su logiche di volgare profitto, con un impiantistica vecchia di decenni, senza investimenti adeguati. E con conseguenti questioni ambientali, sanitarie e di sicurezza aperte da anni, mai sanzionate nemmeno dalla Magistratura.
Le ragioni della produzione a tutti i costi sembrano dunque prevalere anche dinanzi all’omicidio di un ragazzo di soli 26 anni.
Per questi motivi, nel tentativo di scuotere la coscienza collettiva, annuncio sin d’ora che, in assenza di riscontri formali o di iniziative concrete e immediate dalla Giunta (non i soliti “tavoli” per temporeggiare ancora), da mercoledì 19 marzo, ore 10, avvierò uno sciopero della sete dinanzi alla sede della Regione Umbria. Il 19 marzo è San Giuseppe, Patrono dei Lavoratori. Sarà un momento di riflessione aggiuntiva per tutti noi.
d.ssa Mascia Aniello
Ex assessore all’Ambiente del Comune di Terni