(di Roberta Falasca) Anche Michele Rossi, portavoce politico dell’associazione “Terni Città Futura”, ha preso carta e penna e ha deciso di aderire all’iniziativa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, denominata [email protected], a cui è possibile segnalare al Governo, che stanzia 150milioni di euro, un luogo pubblico da recuperare, restaurare o reinventare. “Ho deciso di rispondere – spiega Michele Rossi – e ho ritenuto dover segnalare la più importante emergenza culturale della nostra città: il teatro Verdi”. Questa la lettera inviata a Renzi:
“Gentile Presidente del Consiglio dei Ministri,
con la presente sono a sottoporre alla sua attenzione un’emergenza culturale che affligge la mia città da ormai diversi anni; può ben immaginare quale sia l’importanza derivante dalla presenza di un teatro in una città e quanto sia difficile per una comunità essere privata del suo storico luogo di cultura. Questa è la difficoltà e il vuoto culturale con cui si trova a confrontarsi ogni cittadino della mia città Terni. Lo storico e prestigioso teatro cittadino, dedicato a Giuseppe Verdi è chiuso ed inagibile ormai dal lontano anno 2008, quando diverse problematiche legate alla sua manutenzione ed alle nuove normative sui luoghi di pubblico e spettacolo ne hanno prima ridotto la capienza per poi portare l’amministrazione comunale a decidere per la sua totale chiusura. La perdita di un teatro rappresenta certamente sempre una sconfitta per la cultura e per la vita pubblica di una città, dal momento che ne costituisce un luogo fondamentale. Sottrarre ai cittadini uno spazio pubblico così importante equivale alla perdita di una fetta di libertà: il teatro, la drammaturgia, la musica, gli spazi culturali sono degli elementi fondamentali alla vita di una paese civile. Il Teatro comunale di Terni, voluto con forza dalle elitè cittadine del 19esimo secolo, era un’opera di notevole pregio realizzata su progetto del celebre architetto pontificio Luigi Poletti, inaugurato nel 1849. E’ stato oggetto di continue opere di manutenzione e miglioramento ed era uno dei più grandi teatri storici dell’Italia centrale; un pregevole esempio di teatro all’italiana, mirabilmente decorato al proprio interno, uno dei primi in Europa ad essere dotato di illuminazione elettrica. A causa dei pesanti bombardamenti che hanno colpito la mia città durante la seconda guerra mondiale, il teatro subì danni ingenti e per le ristrettezze economiche del periodo si decise di procedere ad una demolizione totale dell’interno per affidarne la ricostruzione a dei privati che ne proposero una nuova forma in chiave moderna, trasformandolo in un cinema-teatro. Della struttura originaria rimase sola la facciata neoclassica. La gestione rimase ai privati per sessant’anni e quando tornò in mano all’amministrazione comunale era ormai fatiscente e richiedeva ingenti lavori di manutenzione. Non riuscendo ad intervenire in maniera immediata si finì per chiudere il teatro e da ormai otto anni la mia città si trova privata di uno dei luoghi più significativi della sua storia, un simbolo della comunità e della cultura cittadina. Un destino assai triste per il nostro teatro, l’infausto epilogo di una lunga vicenda che umilia ed impoverisce l’intera città. Lo spazio del teatro non rappresenta solo il cuore culturale di una città, ma anche quello in cui una comunità si riconosce, si rappresenta, si confronta e dove afferma la propria identità. Diviene un simbolo di coesione ed un luogo di sviluppo non solo culturale ma anche sociale, umano ed economico. Sono tutte cose queste che non dovrebbero avere un prezzo. La storia, le tradizione e la nostra cultura sono il lascito più prezioso del nostro passato e dovremmo fare del nostro meglio per mantenerli e valorizzarli. In questo caso la rinascita del teatro richiede uno sforzo economico notevole per le casse locali, una stima valuta che mancano ancora risorse per almeno 10 milioni di euro. Fino a questo momento gli interventi si sono limitati al recupero della facciata, reso necessario a seguito del crollo di uno dei cassettoni del soffitto del colonnato di ingresso. Si attende ancora, dopo oltre un anno dall’assegnazione dei lavori, la partenza delle opere necessarie per il consolidamento statico ed il miglioramento sismico. Anche in questo caso si tratta di lavori di somma urgenza, vista la fatiscenza della struttura, comprendenti anche la ristrutturazione del palcoscenico ed il rifacimento della torre scenica. Per finanziare questo primo intervento sono state reperite risorse pari a circa 3 milioni di euro, ottenuti attraverso fondi regionali e comunali, ricompresi nella programmazione denominata Puc 2. Da quello che è dato sapere, nonostante la responsabile ricerca, manca però completamente ogni copertura finanziaria per garantire la seconda e più importante parte dei lavori, quella che potrà riconsegnare la sala alla città. Siamo in una situazione di stallo totale, nonostante la ricerca di sponsorizzazioni private e il prossimo lancio dell’art-bonus. Questa fase di incertezza rende difficile anche trovare un accordo sul tipo di teatro da realizzare in quanto questo dipende molto dal reperimento delle necessarie risorse economiche. Si è avuto un ampio confronto in città in cui si sono manifestate due linee principali sul modo di procedere. Le due ipotesi che si confrontano puntano una sulla ricostruzione dell’interno secondo l’originario disegno del Poletti, mentre la seconda vorrebbe realizzare uno spazio completamente nuovo in chiave contemporanea. E’ giusto ritenere che in ogni caso il nuovo volto architettonico del teatro rappresenti un tema molto importante per lo sviluppo della nostra città e per questo si sta valutando seriamente la possibilità di affidare la sua ridefinizione ad un concorso di idee di rilevanza internazionale. Per tutte queste ragioni nel bene e nell’interesse della mia città con la presente intendo rispondere alla sua sollecitazione con la segnalazione della grave emergenza rappresentata per Terni dallo stato di abbandono in cui versa il suo teatro Verdi. Una perdita dal forte valore simbolico, per la gravità della sua chiusura ritengo che sia di fondamentale importanza che ci sia un coinvolgimento diretto a livello governativo o ministeriale, che possa concretizzarsi con una misura eccezionale di aiuto e sostegno, che possa assicurare e supervisionare sul sicuro proseguimento del percorso di recupero intrapreso e finalmente riconsegnare alla città il suo storico e glorioso teatro. Sono certo della sua attenzione e della comprensione verso questa richiesta”.
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