Dopo mesi di accantonamento della questione Accordo di Programma e i solleciti che Confartigianato Terni ha fatto per riportarla all’attenzione del dibattito politico, il fatto che finalmente si sia svolto un nuovo incontro al MIMIt (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) è certamente positivo e in questo senso esprimiamo soddisfazione.
Riguardo però i risultati dell’incontro molte sono le preoccupazioni e le perplessità, perché in esso non si sono registrati passi in avanti sostanziali rispetto all’obiettivo della sottoscrizione dell’Accordo di Programma. Al contrario è arrivata l’ufficializzazione che una ipotetica soluzione strutturale del nodo delle tariffe energetiche, questione posta come condizione da Arvedi AST per l’accordo, non sarà possibile prima del 2029. Non potendo né AST né il territorio attendere così a lungo, a questo punto la firma dell’Accordo con il connesso sblocco dei 700 milioni di parte privata e 300 milioni di parte pubblica è completamente rimessa all’impegno assunto dal Ministro Urso a trovare una soluzione ponte sulle tariffe energetiche, per la quale però non ci sono né anticipazioni, né certezze. Inoltre, vale l’osservazione che, se era chiaro al Governo, che occorreva una soluzione ponte, essa poteva certamente essere cercata prima senza far passare inutilmente mesi e anni a danno degli umbri.
Non sappiamo se sono giustificate le parole del Sindaco Bandecchi che accusa Arvedi – AST di intenti strumentali a scapito del territorio nella trattativa, ma di sicuro confermiamo che è il territorio e, in particolare l’indotto, che sta pagando il prezzo più alto di questa situazione di sostanziale stallo che si protrae dal 2022.
Resta il fatto che temi cruciali come quello dell’energia e della competitività sono ancora oggi approcciati sia a livello nazionale che locale con canoni emergenziali e soluzioni di continuo ripiego. Gli alti costi dell’energia che deprimono la competitività delle imprese sono un problema nazionale e serve una soluzione di sistema per tutte le imprese, essendo lontana una tale soluzione si invoca una soluzione strutturale locale per sostenere la competitività dei poli produttivi energivori e strategici come AST, non essendo possibile una soluzione locale strutturale in tempi brevi si punta su una soluzione ponte, con un continuo rinvio, mentre la firma dell’Accordo non arriva.
Senza contare che l’interesse pubblico a sostenere la competitività dei poli strategici come AST tramite una riduzione dei costi energetici si debba estendere anche all’intero indotto, perché AST e indotto costituiscono nel loro insieme un polo energivoro che deve stare sul mercato internazionale.
L’indotto AST ha una grande rilevanza, anche occupazionale, e quindi va tutelato e promosso affinché l’intero polo AST possa essere competitivo. Anzi questo prolungato stallo ci risulta aver favorito rapporti con le imprese dell’indotto eccessivamente orientati alla riduzione dei costi, anche correndo consapevolmente il rischio di ridurre o addirittura espellere imprese locali dal polo siderurgico, dissolvendo un patrimonio di competenze, prassi operative sicure e omogenee e attenzione alla qualità del prodotto finale che non sarà facile recuperare e che è indispensabile per affrontare la nuova positiva fase che, auspichiamo, si apra con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma.