“Le audizioni della proprietà della Ast di Terni e delle rappresentanze sindacali – oggi in Commissione Attività Produttive alla Camera – confermano un quadro molto preoccupante. Il continuo rinvio della firma dell’accordo di programma con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta infatti determinando la sospensione di una parte degli investimenti consistenti che Arvedi aveva annunciato per il sito ternano e mette a rischio anche la possibilità di utilizzare i fondi PNRR previsti nei tempi prestabiliti. Il Governo aveva preso degli impegni sul rilancio della siderurgia e anche nello specifico assicurando il proprio contributo al fine di accrescere la competitività degli impianti ternani, procedere sulla strada della decabornizzazione e tutelare la salute dei cittadini ternani. Troppi mesi sono già andati persi, nel frattempo anche il quadro internazionale è cambiato e soltanto con l’annuncio della cassa integrazione, e le conseguenti azioni sindacali e politiche, la Presidente Tesei si è decisa a riprendere il dialogo con le parti e il Ministro Urso a convocare anche i rappresentanti dei lavoratori. Ora chiediamo che vengano trovate soluzioni coerenti e credibili, capaci di dare risposte veloci al problema del costo dell’energia che a quanto dichiarato dalla proprietà è al centro della trattativa. Per parte nostra, come opposizioni, non permetteremo che i riflettori vengano spenti su Terni e sul suo futuro. Continueremo come abbiamo fatto in questi mesi a sollecitare il governo con interrogazioni e richieste di audizioni affinché non si perda ulteriore tempo”. Così in una nota congiunta le deputate Emma Pavanelli (M5s), Elisabetta Piccolotti (Avs) e Anna Ascani (Pd).