Le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private della provincia di Perugia alzano la testa e la voce. A fronte di un lavoro che negli ultimi anni, soprattutto con il Covid, si è trasformato molto, richiedendo sempre più professionalità, nuove mansioni e competenze, il riconoscimento economico e professionale per chi si prende cura quotidianamente dei clienti/pazienti non è mai arrivato, nonostante gli utili molto significativi registrati nel settore. Ieri, mercoledì 11 settembre, in un’assemblea molto partecipata promossa dalla Filcams Cgil di Perugia, farmaciste e farmacisti da tutta la provincia hanno raccontato la propria esperienza e tutta la frustrazione maturata nel corso di questi anni.
“Ormai l’unico vero riconoscimento che ci rende fieri del nostro lavoro è quello che arriva dai nostri utenti – ha spiegato Manuela, una delle lavoratrici intervenute – che ci vogliono bene e spesso ci portano persino la colazione. Ma a parte questo, la nostra situazione, in primo luogo salariale è davvero deprimente”. In effetti, attualmente uno stipendio medio full-time (40 ore settimanali) di un farmacista collaboratore si aggira intorno ai 1500 euro netti, ma può scendere anche sotto i mille nei casi di part-time. E questo nonostante il lavoro domenicale, che è ormai divenuto prassi comune, e nonostante l’avvento, per via legislativa, della cosiddetta “farmacia dei servizi”, ovvero di tutte quelle nuove attività che le farmacie, pubbliche e private, hanno cominciato a svolgere in supporto (quando non in sostituzione) della sanità pubblica. “Negli ultimi anni c’è stato un incremento enorme di mansioni e responsabilità per noi farmacisti – ha raccontato Michela, un’altra lavoratrice intervenuta all’assemblea – non solo tamponi e vaccinazioni, ma tutta una serie di esami che in passato non erano competenza delle farmacie, ma delle Usl o dei medici di famiglia. A questo, però, non è corrisposto nessun miglioramento della nostra condizione economica e professionale, anzi, l’inflazione ha continuato ad erodere il nostro potere d’acquisto e questo ora non possiamo più accettarlo”.
L’occasione per provare a cambiare la situazione arriverà presto, con l’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale Federfarma, che si avvierà a Roma il prossimo 3 ottobre. “Siamo di fronte ad un rinnovo importante, perché la condizione di queste lavoratrici e lavoratori, che sono tanti anche nella nostra provincia (280 farmacie private presenti sul territorio), è veramente critica – spiega Vasco Cajarelli, segretario della Filcams Cgil di Perugia – C’è una distanza clamorosa, infatti, tra la professionalità richiesta, le responsabilità di questo lavoro e il riconoscimento economico corrisposto. Non è un caso che i giovani si avvicinino sempre meno al lavoro di farmacista, come dimostra il calo di iscrizioni nelle facoltà universitarie che preparano a questa nobile professione. Noi crediamo – conclude Cajarelli – che con questo rinnovo sia necessario invertire nettamente la tendenza, come riconosce anche una buona parte di imprenditori, coscienti dell’insostenibilità della situazione. Ci conforta la forte adesione e il sostegno di tantissime lavoratrici e lavoratori di questo settore che, per la prima volta, si sono rivolti e iscritti alla Filcams Cgil, consapevoli che solo insieme si ha la forza per cambiare davvero le cose”.