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Tevere-Nera, inaugurato l’invaso di Valleantica

Il Consorzio di Bonifica Tevere Nera ha inaugurato l’invaso di Valleantica di fronte ai massimi rappresentanti istituzionali e del mondo consortile. La vasca, realizzata ex novo in cemento armato, ha una capacità di immagazzinamento e stoccaggio di acqua che è passata da 2.800mc a 5.500mc. L’acqua dell’invaso è prelevata direttamente dal Fiume Nera, grazie alla stazione di pompaggio “Le Sore”, con una portata massima di 250 l/s.

La struttura alimenta ora una superficie irrigua del comprensorio di circa 200 ettari. L’invaso di Valleantica è stato finanziato dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste per un importo complessivo di circa 1.050.000 euro. Per la direttrice del Consorzio di Bonifica Tevere Nera, Carla Pagliari, “Si tratta di un’opera pubblica, l’ennesima inaugurata dall’Ente, che dimostra ciò che i Consorzi di Bonifica fanno tutti i giorni: contrastare i cambiamenti climatici con lo stoccaggio e il recupero dell’acqua. Una struttura insomma di fondamentale importanza per il nostro territorio, i nostri contribuenti, gli agricoltori. Ingente anche il lavoro dell’Ente svolto su tutta la rete irrigua di distribuzione, sostituendo completamente le vecchie tubazioni, ormai obsolete”.

Il presidente del Consorzio di Bonifica Tevere Nera, Massimo Manni, ha evidenziato come presto saranno inaugurati altri invasi in diversi territori (Orvieto, Viepri, Lugnano in Teverina). Ha poi precisato come: “L’unico strumento che abbiamo oggi a disposizione è quello della prevenzione. In Italia raccogliamo solo l’11% dell’acqua che cade. C’è quindi ancora tanto lavoro da fare anche sul fronte agroalimentare: 2/3 del cibo che mangiamo proviene dai terreni irrigui ma solo 1/3 dei terreni – allo stato attuale – è irriguo”.

Al convegno, è poi intervenuta la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ribadendo che: “Si tratta di un altro bel risultato per la nostra Regione, l’ennesima opera strategica e un gran lavoro di squadra. I temi dei cambiamenti climatici e dell’agricoltura sono oggi temi di grande attualità. Servono per questo opere indispensabili e necessarie come gli invasi e la Regione ha lavorato e lavorerà a lungo per ottenere investimenti e risultati”.

Il prof. Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino, nel suo intervento, ha tenuto a precisare che: “I consorzi promuovono e difendono lo sviluppo del territorio. Non si pianifica, non si attuano gli interventi sul territorio, senza il lavoro sinergico di Consorzi e Anbi. Gli invasi raccolgono acqua per diversi usi e il nostro scopo è difendere il territorio dalle esondazioni”.

Per Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, “Tre parole chiave: la visione, un’idea di Paese, la qualità della spesa. La visione riguarda la realizzazione di 10 mila invasi entro il 2030 in Italia. Un’idea di Paese, che si realizza grazie alla collaborazione con Anbi e con l’Autorità di Bacino ed al lavoro proficuo dei Consorzi di Bonifica. La qualità della spesa invece si concretizza con un risparmio di un miliardo di metri cubi di acqua entro giugno 2025”.

Il taglio del nastro è stato accompagnato dalle note dell’inno di Mameli a cura del musicista ternano, Fabrizio Longaroni, ideatore del “Grand Tour delle Acque”.

Al termine dei lavori è stata premiata la tesi di laurea sui diversi modelli di progettazione dello studente Lorenzo Verzieri della facoltà di Agraria dell’Unipg, relativa al progetto “Sorella Acqua” del Consorzio di Bonifica Tevere Nera.

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