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Industria 4.0, altro colpo basso nei confronti delle imprese

Dopo la pietra tombale sulla cessione dei crediti di imposta e sullo sconto in fattura legati ai bonus casa, con una decisione che ha tradito migliaia di aziende e di cittadini che avevano legittimamente applicato norme statali poi ritrattate, dal governo arriva un altro colpo basso nei confronti delle imprese.

“Stavolta si tratta del piano Industria 4.0 – dichiara Michele Carloni, presidente regionale di CNA -, in base al quale le imprese che effettuano investimenti tecnologici in linea con quelli previsti dal pacchetto, hanno diritto a ricevere crediti di imposta che possono arrivare fino al 40% a seconda del tipo di innovazione introdotta in azienda. Ebbene, dopo l’emanazione a fine marzo del cosiddetto decreto Salvaconti, che ha introdotto un nuovo obbligo per le imprese in termini di comunicazione degli investimenti effettuati o in programma, l’agenzia delle entrate ha bloccato l’utilizzo da parte loro dei crediti di imposta maturati nel 2023 e nel primo trimestre 2024. E questo semplicemente perché le modalità di tale comunicazione non sono state ancora varate dal ministero dell’industria e del made in Italy. La conseguenza spicciola per centinaia di imprese umbre, soprattutto manifatturiere, che avevano già programmato di utilizzare tali crediti nel mese corrente, è che all’ultimo momento non potranno farlo. Il primo effetto diretto potrebbe essere sulla liquidità aziendale, specialmente per le imprese più piccole che sapevano di poter scontare i crediti maturati e che invece sono state private di questa possibilità. Ci sono imprese che stanno cedendo titoli di stato per il timore che i rimborsi sottoscritti vengano posticipati a data da destinarsi. Non si fidano più ed è una cosa grave in un momento in cui la disaffezione verso la politica aumenta in modo progressivo e apparentemente inarrestabile. Fare impresa in Italia non è mai stato facile – prosegue Carloni – basti pensare all’alta pressione fiscale, all’eccessiva burocrazia, ai costi energetici molto più alti rispetto ad altri Paesi. Ma qui c’è in ballo la fiducia, vale a dire il prerequisito fondamentale per decidere di investire. Tutelare lo Stato è un interesse di tutti, ma vanno difese anche le imprese, ossia il luogo dove si produce più ricchezza. Il governo vuole che le imprese facciano questa comunicazione relativa agli investimenti che beneficiano di agevolazioni fiscali, compresi quelli di Industria 4.0? Allora le metta nelle condizioni di farlo – conclude il presidente regionale CNA -, senza far ricadere le conseguenze dei propri ritardi su di loro”.

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