Nella mattinata dell’8 febbraio due anziane signore di Fabro ricevevano presso la loro abitazione la visita di una donna che dichiarava essere un medico della Asl, la quale molto gentilmente, le avvisava che in loro favore erano state concesse agevolazioni assistenziali.
La sedicente dottoressa, che viene accolta sull’uscio, dopo aver rivolto alcune domande anche con lo scopo di verificare che le due donne fossero sole in casa, tenta di ottenere la loro firma su alcuni documenti definiti necessari per i benefici.
Nonostante l’insistenza e le argomentazioni sostenute le due anziane signore negano la firma e l’ingresso in casa.
Andati a vuoto i tentativi, la falsa dottoressa si allontana dalla proprietà a bordo di una piccola utilitaria dove l’aspettavano altre tre persone.
Le due pensionate, insospettite dalla strana visita, avvisavano i rispettivi figli, uno dei quali, proprio durante la conversazione telefonica avvistando una pattuglia della Polizia Stradale di Orvieto e ritenendo alquanto strano il racconto materno, pensa bene di avvertire gli agenti fornendo i dettagli della vettura e delle persone così come riferiti dalla madre.
I “centauri”, sospettando che potesse trattarsi di un tentativo riconducibile ai diversi casi di furto o truffa in danno di anziani verificatisi in zona, iniziava le ricerche dell’auto intercettandola nella periferia di Fabro.
A bordo ci sono quattro persone, esattamente corrispondenti alla descrizione ricevuta.
Alla guida un ragazzo e con lui tre donne, tutti d’origine siciliana e residenti nella periferia romana e senza nessun legame con il paese umbro.
Una delle passeggere, risultava essere proprio quella che si era presentata come dottoressa dell’ASL presso l’abitazione delle due anziane, che priva di documenti d’identità dichiarava delle generalità poco convincenti.
Infatti, effettuati i doverosi controlli, emergeva che sulla donna gravavano già da tempo alcuni ordini di carcerazione inerenti un cumulo di pene per un totale di 18 anni di carcere da scontare, emessi dai Tribunali di Siracusa e Termini Imerese ed in più una Custodia cautelare in carcere, ancora da eseguire, emessa dal Tribunale di Lecce per una pena compresa tra i 7 e 10 anni che, sommate alle precedenti raggiungeva un totale di anni di carcerazione tra i 25 ed i 30 anni.
Anche a carico degli altri soggetti risultavano numerosi precedenti proprio per furti in abitazione e truffe in danno di anziani.
La donna veniva arrestata e condotta nel carcere di Perugia, mentre i suoi complici, tra cui sua figlia, venivano denunciati a piede libero in concorso con l’arrestata.