“Quanto accaduto a Terni da cinque mesi a questa parte nei rapporti con la Regione riguardo all’edilizia residenziale sociale gestita dall’ATER obbliga a riflettere”. È quanto afferma l’assessore regionale alle Politiche della casa, Enrico Melasecche, in merito alle dichiarazioni dell’assessore comunale di Terni Giovanni Maggi.
“L’assessore Maggi – dice innanzitutto Melasecche – non riesce a distinguere la polemica politica dal mio dovere istituzionale to di rispondere ad una interrogazione del consigliere regionale Thomas De Luca. Non ho fatto “esternazioni” – evidenzia – ma ho letto la risposta predisposta dagli uffici dopo una istruttoria congiunta con l’Ufficio legislativo del Consiglio Regionale. Non ho quindi espresso una opinione personale, pur condividendo il contenuto di quel documento, ma un parere legale che mi è stato fornito e che ho consegnato all’interrogante. Distinguere i rapporti istituzionali dai confronti politici costituisce l’abc di un pubblico amministratore”.
Secondo punto: “La nuova Giunta comunale di Terni insediata a maggio aveva fra i primi problemi da affrontare proprio alcuni casi di emergenza abitativa, che però ha rinviato di mese in mese nel presupposto di farli rientrare nel bando ordinario in corso di predisposizione e solo dopo essere stata obbligata dalle critiche – sottolinea – si è decisa a predisporre un bando apposito”.
“La legge – ricorda l’assessore – consente ai Comuni, in questi casi di emergenza, di derogare dai vincoli normativi delle assegnazioni ordinarie ma l’assessore Maggi ha deciso invece di non utilizzare il potere che la legge gli conferisce escludendo quindi dall’assegnazione una famiglia di cinque persone, moglie, marito e tre figli, con due invalidità ma con un pregresso di una condanna penale di molti anni prima già scontata. Scelta politica della Ggiunta, consentita ma inopportuna, tant’è che da settimane ormai il problema è emerso sui giornali e lo stesso Maggi ha deciso di correre ai ripari per rimediare all’errore attribuendone la responsabilità ai suoi uffici, caduta di stile, soprattutto per un ex dipendente della Provincia”.
“Quanto ai presunti ritardi di un anno della Regione nella predisposizione del bando ordinario, rispetto al quale in modo sconveniente Maggi continua a ripetere accuse inappropriate – prosegue l’assessore Melasecche – ricordo che ho volutamente portato in Consiglio regionale un emendamento ad hoc alla legge proprio per rimanere entro il 30 settembre, termine puntualmente rispettato. Chiunque si rende conto della eccezionalità del fatto che il Consiglio Rregionale abbia ritenuto di rivedere, nella propria autonomia legislativa, la legge 23/2003 che regola la materia e che quindi non era possibile iniziare da parte dell’Assessorato le operazioni relative al bando prima della definizione del testo normativo. Ignorare questo aspetto essenziale – rimarca – denota ignoranza e volontà di strumentalizzare anche una materia che, per la sua delicatezza, esige viceversa molta serietà e ponderazione”.
Dice ancora l’assessore Melasecche: “Il simpatico assessore di Terni mi accusa inoltre di aver parlato di 50 casi di esclusione per il vincolo penale, senza rendersi conto che si tratta di un riferimento numerico riportato da un giornale locale, non potendo il sottoscritto conoscere dati riservati del Comune. Rischiare gaffe è facile, ma spiacevole”.
Quanto alla norma “introdotta dalla attuale maggioranza del Consiglio Regionale che privilegia nelle nuove assegnazioni le famiglie che non abbiano avuto condanne penali o che comunque se comminate, una volta scontate abbiano ottenuto la riabilitazione, vanno fatte alcune precisazioni. Innanzitutto – sottolinea – è anche qui errata la interpretazione del Comune di Terni che in modo allarmistico ha dichiarato che intende procedere con lo sfratto delle famiglie che già risultato assegnatarie di alloggi in caso di precedenti condanne penali. La validità della legge infatti è, come noto, successiva alla sua emanazione e non retroattiva. Per quanto riguarda le future assegnazioni, se la legge intende venire incontro alle famiglie che non hanno avuto condanne è una scelta politica fatta dal Consiglio Regionale”.
“In conclusione invito l’assessore Maggi alla massima serenità – dice l’assessore Melasecche – perché la sindrome dell’accerchiamento costituisce in politica una sorta di patologia, che porta ad esacerbare i rapporti istituzionali con decisioni del tipo di quella che ha portato a strafare nel comminare da parte del Comune multe salate ai poveretti assegnatari degli alloggi ATER nella convinzione di farle pagare all’ATER, ente proprietario ma obbligato alla sola straordinaria amministrazione, mentre il taglio dell’erba delle aree verdi costituisce ordinaria manutenzione”.