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Avis Umbria fa il punto: in difficoltà il Ternano e deve aumentare plasmaferesi nella regione

Aumentare il numero dei donatori di sangue, soprattutto nella provincia di Terni che dal periodo Covid in avanti soffre particolarmente di questa carenza, recuperare il gap nella plasmaferesi aumentando la raccolta di circa il 20 per cento, invertire la flessione delle donazioni registrata nel trimestre luglio settembre, a livello regionale, dopo una prima parte dell’anno in grandissimo incremento e seppure rispetto al periodo gennaio ottobre 2022 le donazioni siano aumentate del 2-3 per cento. Queste le urgenze emerse dalla conferenza associativa di Avis Umbria che ha visto riuniti ad Assisi presidenti, amministratori, segretari e tesorieri delle Avis del territorio regionale, insieme a Enrico Marconi, presidente regionale di Avis Umbria, Giorgio Meniconi e Leonardo Mariani, presidenti provinciali rispettivamente di Avis Perugia e Terni. Un importante momento di confronto per fare il punto sull’andamento delle attività associative 2023 e anche in proiezione, per il 2024. “È un momento associativo – ha spiegato il presidente Marconi – che tutti gli anni teniamo per condividere obiettivi, analisi e strategie per poter migliorare e assicurare ai cittadini umbri il sangue necessario. La situazione delle donazioni nel 2023 segue un andamento bifasico: all’inizio dell’anno abbiamo avuto un grandissimo incremento delle donazioni e tutt’ora rispetto al 2022 siamo tra le 700 e le 800 donazioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è vero però che nei mesi estivi c’è stata una flessione. Risentiamo molto, soprattutto nella provincia di Terni, del problema della Dengue e dell’infezione che ha colpito Roma perché ci sono molte persone che da quella zona si spostano nella capitale per motivi di lavoro e questo sostanzialmente impedisce di eseguire le donazioni di sangue. La provincia di Perugia invece è in linea con il trend positivo dei primi mesi dell’anno, però dobbiamo fare più sforzo soprattutto per quanto riguarda la plasmaferesi per soddisfare il fabbisogno della regione”. “Non sono sufficienti gli sforzi degli attuali donatori – ha proseguito Marconi –, ci rivolgiamo soprattutto ai cittadini in buona salute perché entrino a far parte della nostra famiglia”. Marconi ha anche ricordato l’importanza del recente insediamento del nuovo Centro regionale sangue. “Un organismo previsto dalla legislazione nazionale – ha spiegato il presidente Marconi –, che in Umbria era scaduto da parecchio tempo e che la Regione con una delibera di giunta ha ricostituito. È un organismo che deve presiedere a tutte le politiche regionali in materia di raccolta e utilizzo del sangue e quindi funge da coordinamento, dà linee di indirizzo, individua le linee essenziali per le attività dei centri trasfusionali e di tutta la rete della medicina trasfusionale. Il prossimo step è licenziare il Piano sangue e plasma regionale, una legge regionale di base per il buon funzionamento di tutti i servizi trasfusionali”.

“Avis provinciale Perugia – ha aggiunto Meniconi – svolge un’attività di coordinamento e nel 2023 ci siamo occupati sia di formazione, perché il nostro volontariato è molto professionalizzato, sia di identificare una serie di problematiche attraverso un questionario di gradimento tra i donatori che sta dando risposte importanti”. “Come provincia di Terni – ha concluso Mariani – siamo in difficoltà: abbiamo attivato una campagna importante nell’ultimo periodo, perché, dopo il Covid, abbiamo avuto un brusco calo delle donazioni. La campagna che stiamo portando avanti prevede di contattare tutte le famiglie e stiamo lavorando con le istituzioni, Comuni e Provincia, per cercare di sensibilizzare su questo tema. Abbiamo riscontrato che il calo delle donazioni è dovuto soprattutto alla mancanza di donatori e non alla frequenza delle donazioni, per questo abbiamo deciso di puntare soprattutto sul loro aumento”.

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