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Amelia, il ritorno a casa de “la Fisarmonica Verde” il 4 agosto

Dal campo di concentramento tedesco di Lengenfeld a Roma in bicicletta in venti tappe attraverso Germania, Austria e Italia sulle orme di un padre e nel ricordo dei 650.000 soldati italiani deportati dopo l’8 settembre 1943.

Milleseicento chilometri in bicicletta, dal campo di concentramento tedesco di Lengenfeld al quartiere San Lorenzo di Roma. È lo stesso viaggio, a cavalcioni dei respingenti di un treno con un cappottone russo e una fisarmonica a tracolla che Gavino Satta, padre di Andrea, fece nel luglio del 1945 per tornare in Italia dal campo di concentramento nazista di Lengenfeld, nel Voigtland in Germania, dove venne rinchiuso dopo l’8 settembre 1943. Gavino è stato uno dei 650.000 IMI, Internati Militari Italiani che dopo l’armistizio si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò. Nell’esatto momento in cui si pensava che fosse finito un sanguinoso incubo, questo doveva ancora toccare il suo apice.

ll tempo dei testimoni diretti per evidenze anagrafiche, sta finendo. Chi ha vissuto questo dramma e ha potuto raccontarlo, sta scomparendo. Il rischio maggiore è l’oblio o per paradosso l’eccesso di ritualizzazione della memoria, se relegata a date e celebrazioni istituzionali in date e momenti precisi ma circoscritti. Questo gesto è invece vitale, è insieme artistico, sportivo e civile, privilegia l’incontro. Il racconto mira a rendere dinamica una tragedia, sollecitando attiva partecipazione. Un viaggio che apre uno scenario, un immaginario, un’azione scenica ideata pensando ai ragazzi che sono l’ultima frontiera dell’ascolto.
Il ritorno a casa de “La Fisarmonica verde” farà tappa ad Amelia, presso Casa Laboratorio Cenci, venerdì 4 agosto. Lo spettacolo, realizzato con la collaborazione di ARCI Terni, vedrà la partecipazione di Ascanio Celestini, Sandro Portelli e Franco Lorenzoni. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione inviando una mail a [email protected]
Sabato 5 agosto lo spettacolo farà tappa a Vallerano (VT) presso il Piazzale del Ruscello, grazie alla collaborazione tra la locale Amministrazione Comunale e ARCI Viterbo.
Foto: Arci ©
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