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Sicurezza sul lavoro, la regione Umbria rilancia l’innovativo modello di formazione

Il modello innovativo di formazione applicato in Umbria nel settore dell’edilizia per affrontare il problema della sicurezza nei grandi cantieri, definiti ‘cantieri complessi’, sperimentato positivamente anche nel cantiere della ricostruzione della Basilica di San Benedetto a Norcia, conferma la sua validità per prevenire ed evitare gli infortuni e ai fini della promozione della salute sui luoghi di lavoro ed è pertanto auspicabile che divenga regola e possa essere adottato in tutti i cantieri, non solo quelli delle grandi opere pubbliche. A sottolineare l’importanza dell’approccio umbro del “cantiere complesso”, frutto della sinergia fra Regione Umbria, Inail Umbria, Cesf di Perugia e Tesef di Terni, è stato l’Assessore regionale ai Lavori pubblici e alla Sicurezza nei cantieri, intervenuto al convegno su “La gestione della sicurezza nei cantieri complessi: il modello umbro applicato al cantiere della basilica di San Benedetto” che si è svolto oggi a Norcia, in occasione della ventesima Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro.

Norcia, nel cratere del sisma 2016, e la Basilica di San Benedetto che è fulcro e simbolo della ricostruzione, ha rilevato l’Assessore, è il luogo ideale per rilanciare i valori della sicurezza sul lavoro e la prova concreta di quanto si sta realizzando. Pur nella complessità dell’intervento, ha detto, l’auspicio è che si possa procedere con impegno e celerità per giungere entro la data programmata all’inaugurazione e che tutta l’attività di ricostruzione prosegua con nuove energie, nuove risorse e professionisti.

La Regione Umbria, ha ricordato, ha sempre messo la sicurezza nei cantieri e la sicurezza nelle attività di manutenzioni che si svolgono al di fuori dei cantieri al centro del proprio agire, puntando sulla formazione e informazione verso operatori e cittadini per favorire l’accrescimento delle conoscenze e competenze in materia di sicurezza e prevenzione.

Il periodo del lockdown durante la pandemia da Covid-19, ha rilevato, ha purtroppo determinato una perdita di manodopera qualificata del settore edile che si è riconvertita ad altri lavori. La perdita di personale competente e formato, insieme all’aumento dei costi che ha stretto le imprese in una morsa economica da cui si stanno riprendendo con fatica, sta creando problemi sia a livello nazionale sia in Umbria, ad esempio per l’accelerazione dei lavori nei cantieri stradali. Si è arrivati al punto che le imprese preferiscono non partecipare alle gare pubbliche in un momento in cui il pubblico, grazie alle risorse del PNRR, ha messo sul mercato milioni di euro per la realizzazione di molteplici opere.

In questo contesto, ha aggiunto l’Assessore, le sperimentazioni che si stanno realizzando oggi con il modello del “cantiere complesso” su grandi opere in Umbria, come appunto per la ricostruzione della Basilica di San Benedetto, rappresentano un ulteriore passo avanti non solo in materia di sicurezza nei cantieri, ma anche nella capacità di rispondere a sfide complesse nel settore edile, con attenzione ai nuovi operatori che si stanno formando.

L’obiettivo è quello di creare un modello di gestione nuovo dei cantieri edili, che stimoli all’utilizzo volontario di pratiche che garantiscano la sicurezza sul lavoro. L’analisi delle dinamiche di insorgenza degli infortuni sul lavoro ha ampiamente dimostrato, ha rilevato, che il fattore umano è il determinante più frequentemente correlato all’evento lesivo: infatti più della metà degli infortuni nei luoghi di lavoro è dovuta a comportamenti insicuri, piuttosto che a condizioni strutturali e a strumentazione tecnica inadeguata. L’errore di procedura è il maggior responsabile di infortuni sul lavoro, determinato da una carente formazione-informazione e addestramento dei lavoratori.

Diffondere la cultura della sicurezza, ha detto ancora, significa fare riferimento al modo in cui i lavoratori svolgono le proprie mansioni per evitare infortuni a sé stessi o ad altri e quindi al loro comportamento all’interno del luogo di lavoro.

L’auspicio della Regione è che da questa importante sperimentazione del “cantiere complesso” si arrivi alla adozione di procedure standard di formazione e informazione degli operatori edili sempre più incisive e realmente capaci di cambiare i “modi di lavorare” in tutti i cantieri, mettendo al centro le persone, e raggiungere gli obiettivi sfidanti di rinnovamento del patrimonio pubblico dell’Umbria.

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