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Previsione assunzioni da parte delle imprese a marzo e nel trimestre marzo-maggio: la riscossa del centro Italia

La recessione può attendere (nonostante i rapidi rincari del costo del denaro da parte della Bce), almeno stando alle previsioni di assunzioni da parte delle imprese nel mese di marzo 2023 e nel trimestre marzo-maggio 2023. Sono, infatti, oltre 417mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di marzo e sono circa 1,3 milioni quelli previsti per il trimestre marzo-maggio, con un incremento della domanda di lavoro pari a quasi 59mila unità rispetto a marzo 2022 (+16,3%) e 143mila unità sul corrispondente trimestre 2022 (+12,6%). In aumento la domanda di giovani, che passa da 101mila entrate programmate di marzo 2022 alle 132mila entrate previste per il mese in corso. Aumenta anche la richiesta di lavoratori immigrati, attestandosi a quasi 79mila entrate mentre erano poco più di 60mila a marzo 2022. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, con i dati che si basano su un ampio e continuo monitoraggio del sistema imprenditoriale: ben 110mila le aziende coinvolte, che esprimono le proprie previsioni sulle chiamate al lavoro che prevedono di effettuare nei mesi successivi. 

LA RISCOSSA DEL CENTRO: Lazio prima regione per crescita di assunzioni sia nel mese di marzo che nel trimestre marzo-maggio, molto bene anche Marche, Umbria e Toscana. Segni meno solo in Molise, Basilicata e Valle d’Aosta (Tabelle 1 e 2).

Il Lazio, sia per il mese di marzo che per il trimestre marzo-maggio, è l prima regione per crescita percentuale degli avviamenti al lavoro previsti dalle aziende (a marzo +36,6% contro +16,3% della media nazionale, nel trimestre marzo-maggio +25,7% contro +12,6% del dato italiano). Ma volano anche le altre regioni del Centro: l’Umbria segna +22,2% nel mese e +22,6% nel trimestre, piazzandosi al quarto posto nel mese di marzo e al terzo nel trimestre; per le Marche è previsto +21,8% nel mese di marzo (quinta posizione, subito dopo l’Umbria) e +23,8% nel trimestre marzo-maggio, piazzandosi al secondo posto dopo il Lazio. La Toscana è terza in graduatoria per quanto concerne il mese di marzo (+24.9%) e quarta per quanto riguarda il trimestre (+21,4%).

Non a caso, come si può notare sia nella Tabella 1 che nella 2, il Centro è la circoscrizione territoriale che cresce di più nelle previsioni di assunzioni sia a marzo che nel trimestre.

Segni più rilevanti riguardano comunque anche altre regioni e circoscrizioni, con il Nord-Ovest in forma e il Nord-Est che appare più forte nel mese che nel trimestre, mentre il Mezzogiorno d’Italia marca il segno più intorno al 10%, con una tendenza un po’ più fiacca rispetto al dato medio nazionale.

Numeri che, contenendo anche il periodo di Pasqua e il mese di maggio, verso inizio della stagione turistica, sembrano dire che il settore turistico in questa primavera sarà particolarmente brillante per il Centro Italia, surclassando i già buoni dati dello scorso anno.

Guardando ancora al trimestre, le previsioni di assunzioni da parte delle imprese, sempre rispetto al trimestre marzo-maggio 2022, sono in calo solo in Basilicata (-6,1%) e Valle d’Aosta (-0,4%) e andamenti non entusiasmanti, benché con il segno più, si prevedono in Molise (+1,2%) e Trentino Altro Adige (+3,7%).

Circoscrivendo l’analisi al solo mese di marzo balza agli occhi il secondo posto del Trentino Alto-Adige (+29%), che però poi si affloscia ad aprile e maggio, chiudendo il trimestre a +3,7%.

 

Focus sull’Umbria: quarta regione per crescita di assunzioni nel mese di marzo 2023 e terza nel trimestre marzo-maggio. Nel trimestre posti per 4mila 723 giovani, con un netto aumento rispetto ai 3mila 762 collocati nello stesso trimestre 2022.

L’Umbria, come detto, a marzo è la quarta regione per incremento atteso delle assunzioni nelle imprese (+910 avviamenti rispetto a marzo 2022, +22,2%) e nel trimestre marzo-maggio sale al terzo posto (+2mila 730 avviamenti, +22,6%. In sostanza, le assunzioni delle imprese umbre a marzo saranno complessivamente 5mila (contro le 4mila 090 di marzo 2022), mentre nel trimestre marzo-maggio ammonteranno a 14mila 790 (contro le 12mila 060 dello stesso trimestre 2022).

Prevista per l’Umbria (e per il Centro) una stagione turistica primaverile ottima, migliore di quella già buona del 2022

Nel trimestre marzo-maggio 2023 gli avviamenti al lavoro in Umbria da parte delle imprese del settore “Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici” sono previsti a quota 2mila 980, in aumento del 6,8% sullo stesso periodo 2022 (quando erano 2mila 790), mentre la voce commercio marca avviamenti a quota +17,1% (da 1.700 di marzo-maggio 2022 a 1.990 di marzo-maggio 2023). Dati che fanno presagire un’ottima stagione turistica primaverile, in crescita rispetto a quella del 2022, che pure fu salutata con soddisfazione. Tale trend di crescita dovrebbe essere comune a tutte le regioni del Centro.

Più posti per i giovani

Sale la richiesta di giovani sotto i 30 anni (dal 31,2% al 32% degli avviamenti delle imprese). Ciò significa che, ad esempio, a marzo 2023 i giovani cercati dalle aziende sono 1.750, rispetto ai 1.276 di marzo 2022, mentre se la stessa percentuale sarà tenuta per l’intero trimestre i posti disponibili per i giovani saranno 4mila 733, contro i 3mila 762 dello stesso trimestre dello scorso anno.

…ma per i laureati solo un avviamento ogni 10

Non solo non migliora, ma in Umbria va a ritroso la percentuale degli avviamenti al lavoro – sul totale degli avviamenti previsti – dei laureati: era l’11% a marzo 2022, a marzo 2023 è scesa a 10%, contro una media nazionale del 15%. In pratica, per i laureati in Umbria c’è, rispetto al quadro medio italiano, un terzo di posti in meno. Non proprio un bel segnale sul fronte dell’innovazione.

Assunzioni immigrati, quasi due su dieci

Per una quota pari al 18% le imprese umbre prevedono di assumere personale immigrato.

Che tipo di assunzioni?

Solo nel 27% dei casi le entrate previste nella regione saranno stabili (comunque in aumento rispetto al 25% dello stesso periodo 2022), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

In crescita sia industria che servizi

In crescita in Umbria gli avviamenti al lavoro previsti sia nell’industria che nei servizi. Nell’industria con un incremento di 490 assunzioni a marzo 2023 rispetto a marzo 2022, passando da 1.500 a 1.940 avviamenti, mentre nel trimestre marzo-maggio 2023 l’aumento previsto nell’industria è di 1.790 unità. Nei servizi l’incremento a marzo 2023 – su marzo 2022 – è di 420 assunzioni, che diventano +940 nel trimestre.

Gli avviamenti al lavoro previsti in Umbria nei principali settori di attività nel trimestre marzo-maggio 2023. Boom nelle costruzioni (+74%)

In base alle indicazioni fornite dalle imprese umbre, nel periodo marzo-maggio 2023 gli avviamenti al lavoro saranno 2mila 980 nei “Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici” (erano 2mila 790 a marzo-maggio 2022); 1.990 nel Commercio (nel 2022 erano 1.700); 1.810 nelle Costruzioni (1.040 nel 2022); 1.330 nei Servizi alle persone; 970 nei “Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio”. Da evidenziare il boom (+74%) del personale richiesto nelle costruzioni.

Dove si assume di più

Le assunzioni in Umbria si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi (65% nel 2022) e per il 68% (69% nel 2022) nelle imprese con meno di 50 dipendenti;

La quota di posti per dirigenti, specialisti e tecnici sempre nettamente inferiore rispetto al dato italiano

Il 14% (15%nel 2022) sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (20%, era 21% nel 2022).

Nuovo balzo in avanti per la difficoltà delle imprese a trovare il personale desiderato.

Se nello stesso periodo 2022 erano 46 su 100 le aziende umbre che prevedevano di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, a marzo 2023 tale percentuale sale al 54%.

Assumono 12 imprese ogni 100

Le imprese che prevedono assunzioni sono pari al 12% del totale, due punti in meno del dato nazionale, che si attesta al 14%.

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