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L’Umbria ad Ecomondo lancia il “manifesto per la bioeconomia circolare dall’Umbria per l’Italia”

Si è svolto ieri pomeriggio, 8 novembre, nell’ambito di Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica in corso a Rimini, un interessante evento promosso dalla Regione Umbria con l’obiettivo di lanciare un appello al Governo, per far divenire la bioeconomia circolare un settore concretamente strategico per il nostro Paese.

L’incontro, intitolato “Il Manifesto per la bioeconomia circolare dall’Umbria per l’Italia“, ha visto la partecipazione delle istituzioni regionali, di imprese leader nel settore delle bioplastiche e di esperti di bioeconomia che, insieme alla giornalista Rai Maria Soave, hanno dibattuto sulle problematiche che ancora incidono negativamente sullo sviluppo di questo settore e sulle possibili soluzioni.

La Regione Umbria, da sempre riconosciuta cuore verde d’Italia per il suo patrimonio naturale, si è presentata per la prima volta con un proprio stand ad Ecomondo e lo ha fatto in una veste completamente nuova. Una Regione che ha l’ambizione di divenire un “laboratorio a cielo aperto“, un luogo dove si possano sperimentare concretamente nuovi paradigmi di sviluppo e in cui, sfruttando anche la dimensione territoriale limitata, si consolidi un ecosistema innovativo di bioeconomia circolare, in cui attraverso la collaborazione tra player differenti il “cerchio” si chiuda davvero.

In questa cornice rientra anche il Manifesto della bioeconomia circolare. Un manifesto nato dalla collaborazione tra la Regione Umbria e un leader nel settore delle bioplastiche, come Novamont. Un appello al nuovo Governo basato su cinque punti principali che, a partire da Ecomondo, sarà oggetto di confronto con i vari soggetti interessati, per arrivare a una versione definitiva a fine gennaio 2023. Questa verrà poi sottoposta al Governo e discussa in una grande convention che si terrà in Umbria ad aprile.

Dignità autonoma ed economica alla bioeconomia circolare, misure che incentivino l’integrazione tra filiere agricole e industriali, politiche che valorizzino l’alto livello di innovazione del settore, lotta alla illegalità e al dumping internazionale, promozione del modello italiano quale best practise europea, rafforzamento delle competenze specialistiche e della consapevolezza della popolazione della bioeconomia circolare. Questi sono solo i primi punti di un manifesto che si pone, appunto, l’obiettivo di rendere la bioeconomia circolare settore strategico e driver di competitività per l’economia nazionale.

Tra i partecipanti al dibattito, oltre alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, che è intervenuta in videocollegamento e ha rappresentato chiaramente quanto ambizioso sia il “modello di sviluppo green” made in Umbria, l’Assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni.

L’assessore, uno dei principali promotori della partnership pubblico-privata su cui si basa il progetto di transizione sostenibile della Regione, ha sottolineato in particolare che “è arrivato il momento che l’Umbria mostri chiaramente ciò che è. Una regione con un potenziale incredibile in termini di sviluppo di filiere di bioeconomia circolare, in cui amministrazione e stakeholder privati stanno lavorando insieme e instancabilmente per sperimentare un modello di integrazione tra filiere agricole e industriali che possa poi essere replicato anche altrove”.

L’assessore Fioroni ha aggiunto che “Il Manifesto della bioeconomia circolare non nasce dalla ‘presunzione’ di chi vuole dire al Governo cosa deve fare e come, ma vuole avviare un momento di confronto concreto su quelle problematiche che ancora impediscono a un settore potenzialmente estremamente strategico, sia economicamente che per contributo alla transizione ecologica, di esprimere tutto il suo potenziale. L’Italia ha delle eccellenze importanti in questo settore, non possiamo permetterci che questo know-how e l’alto livello di innovazione che abbiamo raggiunto vada sprecato”.

Protagonista del Manifesto è anche Novamont, il cui amministratore delegato Catia Bastioli, presente all’evento, ha sottolineato che “Come riportato dal Rapporto Green Italy 2022, la bioeconomia circolare ha già dimostrato che è possibile rilanciare la sostenibilità Europea dal punto di vista economico, ambientale e sociale, accelerando la transizione ecologica e potenziando la nostra autonomia e le nostre filiere. L’Italia in questo settore è leader con un’industria prima al mondo in grado di produrre bioprodotti, bioenergia, e sfruttare residui e by-products, e con l’agricoltura tra le più sostenibili d’Europa. Una serie di incoerenze nel quadro legislativo europeo che non riconoscono il valore strategico di questo settore, rischia però di vanificare gli ingenti investimenti pubblici e privati che sono stati fatti negli anni. La sfida è quella di non sprecare ciò che abbiamo costruito finora e trasformare questa multi-crisi senza precedenti in un’opportunità di rigenerazione per l’Umbria e per il nostro Paese”.

L’evento, primo di una serie di incontri che si svolgeranno nello stand della Regione denominato “Umbria Sustainability Valley“, è stato organizzato in collaborazione con Sviluppumbria.  “È motivo di orgoglio per l’Agenzia per lo sviluppo economico della Regione Umbria, che per mission sostiene  le imprese anche nelle loro traiettorie di innovazione, trasferimento tecnologico e transizione ecologica, avere contributo alla realizzazione dello stand istituzionale con cui la Regione Umbria partecipa per la prima volta a Ecomondo – ha dichiarato Michela Sciurpa, Amministratore Unico di Sviluppumbria –  Abbiamo lavorato coinvolgendo  e coordinando i diversi protagonisti dei progetti, le competenze accademiche e le aziende strategiche per il rafforzamento della filiera delle bioplastiche. L’area espositiva è stata progettata per valorizzare la filiera umbra della bioeconomia seguendo una visione in cui le istituzioni, le imprese e le competenze scientifiche possano essere veramente partner di uno stesso ambizioso progetto il cui obiettivo è promuovere la nostra regione non solo come protagonista dell’economia circolare, ma di una più ampia cultura della sostenibilità”.

Hanno inoltre partecipato al dibattito, portando sia l’esperienza del mondo agricolo che uno spaccato di quanto si sta facendo a livello nazionale e internazionale in tema di bioeconomia, Albano Agabiti, Presidente di Coldiretti Umbria, Fabio Fava, Università di Bologna, Gruppo di coordinamento nazionale Bioeconomia (CNBBSV, Presidenza del Consiglio dei Ministri), European Bioeconomy Policy Forum e Direttivo Cluster Chimica Verde Spring, e Loris Giorgini, Dipartimento di Chimica industriale – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Foto: RU©

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