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Carcere Terni: detenuti in rivolta, 12 feriti e sezione devastata

“Nelle ultime ore si è vissuta nel carcere ternano, ancora una volta, una situazione di altissima tensione”. Lo ha detto Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’ Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) riferendosi al carcere di Terni dove un gruppo di detenuti ha protestato per una situazione già segnalata ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria, a detta del Sappe,: “Rispetto alla quale nessun provvedimento è stato assunto – ha aggiunto il sindacalista – E come già accadde nel novembre 2021, un’intera sezione detentiva, la H, è stata devastata – ha aggiunto Bonino – Un detenuto avrebbe voluto un secchio di vernice per pitturarsi la cella, ma al rifiuto del poliziotto lo ha aggredito con violenza, istigando gli altri detenuti alla protesta violenta. I ristretti, italiani e stranieri, hanno dato fuoco alle cose presenti ed hanno distrutto completamente la sezione. Anche i detenuti di un’altra sezione, la M, hanno iniziato a protestare per il fumo nell’altra sezione – ha continuato il segretario – Due poliziotti penitenziari sono al pronto soccorso ed altri 10 sono già stati refertati per colluttazione e inalazione del fumo dei materiali incendiati. Ora è del tutto evidente che devono essere trasferiti tutti i detenuti della sezione H, devastata”.

“Si tratta di eventi già ampiamente preannunciati dal Sappe per mancanza di personale e per una struttura inadeguata, ormai si tratta di una sezione inagibile sotto ogni profilo e chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell’Asl per valutarne l’idoneità”. Lo ha chiesto Donato Capece, segretario generale del Sappe. “A questo hanno portato anni di ipergarantismo nelle carceri dove ai detenuti è stato praticamente permesso di autogestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle sezioni” e per Capece tutto questo è la conseguenza di una ‘politica penitenziaria che invece di punire i detenuti violenti, non assume ‘severi provvedimenti’ “Ormai picchiare un poliziotto in carcere senza subire alcuna conseguenza è diventato quasi uno sport nazionale, nella indifferenza della politica e dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria – ha continuato – Il personale di polizia penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal Capo del Dap Renoldi. La situazione delle carceri umbre e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante”. Capece ha proposto l’uso del taser nelle carceri, ma non ha ricevuto risposte. Il segretario Sappe ha chiesto a Giorgia Meloni, leader di Fratelli di Italia, “di avere quel coraggio che non hanno avuto i predecessori nel modificare l’insostenibile e pericolosa situazione delle carceri italiane – ha concluso – Non si può continuare così!”.

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