“Senza alcuna intenzione di alimentare inutili polemiche, conclusa la fase elettorale e prima che se ne apra una nuova riteniamo che sia essenziale aprire una seria riflessione sulle politiche commerciali e sulle iniziative di rilancio economico a Terni.
Premesso che le imprese della GDO fanno il loro lavoro cogliendo le opportunità di mercato, presentando alle amministrazioni pubbliche le loro proposte di investimento sul territorio e chiedendone le relative autorizzazioni, non si può più eludere la questione di una verifica generale dell’assetto del commercio a Terni e della sua compatibilità con l’attuale congiuntura (crisi pandemica, crisi energetica, crisi dei consumi e inflazione) e con le tendenze demografiche del territorio.
Pur registrando le buone intenzioni dell’Amministrazione comunale che ha più volte affermato la volontà di gestire e riequilibrare un quadro eccessivamente sbilanciato verso la media-grande distribuzione, non si può non rilevare che la medesima Amministrazione si sia trovata in questa sindacatura ad autorizzare/inaugurare una miriade di nuove metrature commerciali. Per citare un elenco sicuramente incompleto possiamo ricordare: il raddoppio del Cospea Village, il nuovo Globo a Maratta, l’MD discount a Tuillo, il nuovo centro commerciale presso il Pala Terni, le aree commerciali del Tulipano. Nel prossimo futuro è in arrivo il trasferimento e ampliamento di COOP-Superconti nella nuova sede di Piazza del Mercato, le aree commerciali inserite nel progetto di rigenerazione della stazione ferroviaria, le aree commerciali del nuovo stadio e quindi potrebbero essere in arrivo nuove aree commerciali all’ex Camuzzi e all’ex Gruber.
Lo squilibrio in atto è acuito dalla tradizionale conformazione dei poli commerciali nel nostro territorio (in confronto a quelli dei territori vicini) che in buona parte sono collocati a ridosso del centro città e nella grande maggioranza sono collegati solo con la viabilità ordinaria con la superstrada e quindi esercitano poca/messuna forza di gravitazione commerciale sulle aree vicine. Inoltre, da non dimenticare la tradizionale debolezza del polo universitario ternano in termini di attrazione di studenti fuori sede.
Pertanto, al di là delle buone intenzioni dell’Amministrazione e della piena legittimità del comportamento dei competitor della GDO, se non si pone mano al più presto a interventi di riequilibrio dell’assetto urbanistico-commerciale è a rischio la rete commerciale e artigianale del centro città e quindi il mantenimento di buoni livelli di qualità urbana. Infatti, il processo di desertificazione in atto delle attività economiche del centro città sta già determinando una recrudescenza dei fenomeni di degrado e di insicurezza e può concorrere ad aggravare la frequenza dei reati.
Se è vero che le autorizzazioni commerciali dipendono dalle pianificazioni urbanistiche, che sono il risultato dell’incrocio di molte competenze e che la scarsità di risorse da parte degli Enti pubblici ha finito per determinare negli ultimi decenni un eccessivo ricorso a investimenti pubblici in project financing basati essenzialmente sulle metrature commerciali, è anche vero che sono state prese recenti decisioni senza pensare troppo alle conseguenze, come se l’assetto urbanistico e l’economia cittadina fosse quella degli anni 70-80, mentre la realtà attuale è ben diversa.
Senza voler incentrare il dibattito solo su uno dei poli, un esempio per tutti è il fatto che il polo eventi-commercio-servizi che si sta costruendo attorno al Pala Terni e quindi ancora una volta eccessivamente a ridosso del centro città, può avere un impatto negativo più sopportabile sulla rete delle piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato del centro città a condizione che concretizzi nuovi flussi di consumatori in entrata anche da fuori città e regione. Quindi è essenziale vincere la scommessa di poter disporre del palazzetto, cioè una infrastruttura di eccellenza, funzionante, che sia in grado determinare e trainare lo sviluppo locale del settore degli eventi sportivi, musicali, artistici, culturali nel nostro territorio. La scelta dell’Amministrazione di disgiungere la realizzazione dei due elementi del progetto (Palazzetto e Aree commerciali) autorizzando l’anticipazione dell’apertura delle aree commerciali di servizio rispetto al resto, rende evidente che l’Amministrazione Comunale non sembra puntare prioritariamente su questo sviluppo aggiuntivo e quindi la questione sembra ridursi all’apertura di un nuovo centro commerciale destinato a servizio dei residenti in città.
In pratica il quadro complessivo si caratterizza per espansioni realizzate o future certe delle medie/grandi metrature commerciali dirette a una popolazione residente in contrazione, a fronte di iniziative di rilancio economico sempre più incerte e disallineate rispetto ai tempi e alle aspettative.
Per tutto quanto detto, prima che sia troppo tardi per prendere qualunque decisione, chiediamo al Comune di Terni che si faccia promotore di una seria riflessione tra le Amministrazione pubbliche locali, le associazioni imprenditoriali e tutte le forze della società civile per rideterminare l’assetto urbanistico commerciale e dare un respiro più ampio, maggiore efficacia e tempi certi alle iniziative di rilancio economico del territorio.
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