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Self care community nel narnese-amerino affronta il disagio da Covid

Self care Community, a Narni, si chiude con un importante risultato: Il ri-avvio sul territorio della Banca del Tempo di Narni, in sodalizio con associazioni storiche come S.O.S., Minerva e A.V.I. Umbria, come promotori territoriali di uno sviluppo di comunità inteso come una strategia di cambiamento. Garante il Cesvol Umbria, sede di Terni, che ha assicurato il pieno supporto al percorso.

In autunno la firma del protocollo d’intesa per l’avvio di un tavolo permanente di co-progettazione con un “approccio banca del tempo” per sviluppare dinamiche di comunità efficaci in un territorio, quello narnese amerino, dove va ricostituito un tessuto sociale indebolito dalla pandemia.

E’ quanto emerso nell’ultimo incontro territoriale nella zona sociale 11 del progetto Self Care Community, che si è svolto ieri a Narni.

Finanziato dalla Regione Umbria, puntava a rafforzare le competenze di una comunità nel fronteggiare gli effetti della pandemia e rendere possibile, per i singoli individui che vivono in modo ancor più problematico come minori, anziani, persone con disabilità e famiglie fragili, di fare scelte per trasformare la propria condizione attraverso processi di inclusione sociale.

Oltre all’equipe di Narni/Amelia che ha coordinato l’incontro, al tavolo erano presenti i rappresentanti delle quattro associazioni coinvolte nel progetto (Banca del Tempo di Narni, S.O.S., Minerva e A.V.I. Umbria), del Cesvol, dei servizi sociali del Comune di Narni, comune capofila della zona sociale 11 e partner di questo progetto.

“Il modello “banca del tempo” può essere una risorsa, un’opportunità per il welfare territoriale?” la domanda centrale del percorso di Self Care Community.

“Questo quesito, corredato da strategie condivise come il protocollo d’intesa interassociativo, supportato da un adeguato applicativo digitale, progettato ad hoc per il mondo del volontariato, può trovare una risposta adeguata nella progettazione locale dei servizi – spiegano i promotori del progetto. Questa formula, che ha suscitato l’interesse dei servizi sociali, potrebbe essere anche un valido sostegno per il tavolo per le politiche sulla disabilità e la conferenza dei servizi della zona sociale 11”.

 

 

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