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Università, rafforzare la prospettiva dei corsi partendo dalle facoltà che ci sono

In seconda commissione, due atti riguardanti l’università hanno dato il via a una discussione sulle politiche universitarie a Terni, in particolare per gli aspetti legati alla logistica e ai servizi.
Due i documenti: il primo del consigliere Alessandro Gentiletti (Senso Civico) sulla emancipazione dalla subalternità nei confronti della città di Perugia anche in merito all’università; il secondo della consigliera di Forza Italia Doriana Musacchi sulla attivazione a Terni di un corso di laurea in Scienze Motorie.

L’assessore alla Università Cinzia Fabrizi: “La scelta di questa giunta è stata quella di rafforzare la prospettiva universitaria partendo dalle facoltà che ci sono. Un approccio realistico e basato anche su un ascolto del territorio. Pertanto la scelta netta di creare a Pentima un polo scientifico tecnologico dove ci sia spazio per la didattica e la ricerca.
Per quanto riguarda le problematiche legate all’inquinamento, a Terni c’è sicuramente un problema ambientale, ma a Pentima la situazione non è tale da giustificare l’abbandono di un luogo che, peraltro, non ospita solo l’università. .
La scelta di Pentima è dettata da motivazioni didattiche, ci sono già laboratori e c’è la possibilità di svilupparli, per questo la facoltà deve stare a Pentima, così come Medicina deve stare vicino al Santa Maria. Non è un capriccio ma il frutto di una analisi attenta e di un percorso razionale.
Una volta che a Pentima ci sarà una struttura attrattiva vedremo il da farsi sul futuro.
Dobbiamo imparare dagli errori del passato, la distribuzione sul territorio non ha portato risultati ma anzi dispersione di risorse e luoghi non attrattivi.
I soldi spesi, anche non tanti anni fa, su Collescipoli, sul chiostro di Santa Cecilia, sono rimasti lettera morta, milioni spesi senza risultato, così come la rinuncia al campus al Prampolini.
Abbiamo ereditato un comune in dissesto, ci troviamo nell’impossibilità di fare nostri investimenti, dipendiamo dunque dalla regione. L’interlocuzione intensa con la regione ha portato risultati, la delibera della giunta regionale che ha stanziato 9 milioni per iniziare il recupero di Pentima e da parte dell’Università il rafforzamento dell’offerta formativa con il dipartimento interdisciplinare a Terni. Il precedente rettore lo aveva escluso, quello attuale ne ha fatto elemento della sua elezione, come ricordato recentemente dal delegato dell’Università di Perugia”.
La presidente della seconda commissione Rita Pepegna: “Raccogliamo l’invito dell’assessore in merito a un sopralluogo a Pentima, a settembre, a lezioni iniziate. Sarà istruttivo per comprendere la situazione attuale e per partire dalla realtà, sicuramente Pentima già da adesso fa parte della realtà universitaria a Terni.
Fermo restando che il dibattito non può essere solo sulla logistica ma dovrebbe essere soprattutto sui contenuti, sono mesi che sentiamo parlare di università in centro o in periferia ma molto meno di didattica, di offerta formativa, di legame tra questa e il mondo del lavoro “.

Michele Rossi, Terni civica: “Bene il percorso che intende portare alla creazione del dipartimento, l’unico in grado di dare vera e concreta autonomia alla presenza universitaria nella nostra città. La legge che lo istituisce è addirittura del 2010, siamo in ritardo.
Bene la riqualificazione di Pentima, grazie alla regione mai visto un investimento per l’università a Terni cosi importante, ma è altresì giusta una maggiore e tangibile presenza dell’università, dislocando uffici, servizi e aule didattiche e di studio nel centro città e pensando anche a nuove facoltà non per forza legate alle scontate pseudo vocazioni della città. Si continua a parlare di offerta universitaria da raccordare al sistema produttivo locale. È questo il limite mentale che fa sì che la situazione in tema universitario sia pressoché stagnante da anni. Occorre azzardare con un progetto di visione, dimostrando in maniera chiara che questa città intende considerare la presenza universitaria come un importante fattore di sviluppo del territorio. L’impressione dopo tanti anni è che la città con la sua politica, sull’università non sembri crederci abbastanza. La  scommessa vinta da Narni con il corso di Scienze dell’investigazione dovrebbe essere di insegnamento. E invece sembra impossible anche solo parlare di facoltà umanistiche a Terni. Pochi passi in avanti sono stati fatti in tutti questi anni, personalmente non mi accontento di aver fermato la fase di impoverimento, cosi come ci è stato detto. Non ci si può accontentare di una pista ciclabile su viale Brin per portare in città gli studenti di Pentima. Gli studenti dovrebbero vivere il centro città con le strutture universitarie qui ubicate e con aule studio aperte con orari prolungati e adatti alle loro esigenze. Conforta il fatto che queste sono le stesse prime indicazioni che vengono proprio dagli studenti rappresentati dalla Consulta dei giovani da poco operativa. Purtroppo sembra ancora che ci sia tanto lavoro da fare. Il mio sostegno politico a questo esecutivo non mi acceca nel vedere fino ad oggi mediocri risultati sul tema”.

Francesco Filipponi, Pd: “L’assessora Fabrizi su venti minuti di intervento, diciotto ne ha spesi per parlare del passato. Ma la comprendo, in questi quattro anni la giunta Latini non ha fatto nulla, quindi meglio parlare dei tentativi del passato. Abbiamo chiesto dati e informazioni precise, dalla assessora non è arrivata alcuna risposta.
Manca un progetto complessivo, si parla dell’università come di un puzzle, ma non c’è un piano per l’università a Terni: noi da tempo chiediamo a questa amministrazione di mettere insieme didattica, ricerca, servizi, logistica che non possono certamente ignorare il centro cittadino”.

 Foto: Comune Terni ©

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