E’ il giorno della rinascita con l’accensione della Fontana dello Zodiaco di piazza Tacito, questa sera 29 dicembre alle ore 18.
“Le città si tengono insieme sulla loro economia – parla il sindaco di Terni Leonardo Latini – sulla solidarietà tra i cittadini, sul lavoro, sullo sport, sulla politica. Ma le città si tengono insieme anche sui loro simboli. Simbolo d’altronde viene dal verbo greco simballo, che significa letteralmente metto insieme.
La fontana di piazza Tacito, la Fontana dello Zodiaco, per tanti motivi, è uno dei simboli più importanti della città di Terni e ora ci aspettiamo che, giunto finalmente a termine questo complesso e importantissimo intervento di restauro e riqualificazione, la fontana torni a svolgere la sua funzione di tenere unita la nostra comunità.
Perché la fontana è un simbolo di Terni, vorrei solo brevemente ricordarlo a me e a noi tutti. Anche se forse non ce ne è bisogno. Tuttavia scorrendo i giornali, ma anche le pagine dei social in queste ore, ho avuto la conferma di quanto affetto noi ternani abbiamo per la fontana di piazza Tacito. Tra i tanti messaggi ne ho visto uno stamattina di una nostra concittadina che della fontana dice: “Sfuggente come l’acqua che è mancata per anni. La capisci solo se ci sei dentro. Muore e rinasce come l’araba fenice. Riassunto perfetto della città che la ospita”. È una definizione molto vera della nostra fontana, che ci riporta alla mente tante memorie di costruzione e distruzione, di sogni, speranze e frustrazioni.
La fontana di piazza Tacito simboleggia la natura, con la forza delle sue acque, lo scorrere delle stagioni, e l’industria che in questa terra si sono sposate e che non sempre hanno avuto una convivenza facile, ma che per il futuro devono trovare nuovi modi di stare insieme.
La fontana simboleggia anche l’unione di due Terni, quella antica e quella moderna. Perché qui, in questa città speciale dell’Umbria, dalla fine dell’Ottocento si è pensato di costruire una nuova città, senza distruggere quella antica. E così piazza Tacito, con la sua fontana, è diventata il centro esatto, l’incrocio del nuovo cardo e del nuovo decumano della città, quella industriale, quella dell’acciaio, mentre in piazza della Repubblica, nella Piazza Maggiore, restava l’incrocio del cardo e del decumano romano.
La fontana è stata simbolo d’innovazione, di modernità, di dinamismo, finché non è stata distrutta dalla guerra. Da allora è diventata anche simbolo di ricostruzione, di voglia di riscatto. E così è arrivata fino ad oggi tra rovina e splendori.
Oggi, grazie al contributo di tanti – e questo è un altro aspetto da sottolineare – la fontana rinasce un’altra volta, in un periodo particolare, un periodo che non ci consente neanche di ritrovarci lì intorno a lei, in piazza Tacito per festeggiare come abbiamo fatto in tante altre occasioni.
Credo tuttavia che oggi la fontana rinasca anche per darci un messaggio di fiducia, di resistenza, di unità, di orgoglio e che vedere di nuovo l’acqua in piazza dopo dieci anni (i miei figli non l’hanno mai vista) sia il più bel regalo che noi ternani ci siano concessi in queste festività così difficili, in questi anni così difficili”.
“Questa amministrazione – spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Benedetta Salvatiha iniziato a lavorare per far ripartire e per concludere gli interventi sulla fontana di Piazza Tacito fin dal suo insediamento nell’estate del 2018.
Si è trattato di un intervento estremamente complesso e impegnativo, per la sua multidisciplinarietà, per la sua delicatezza, per la sua complessità tecnica e per gli imprevisti che inevitabilmente hanno ostacolato le attività di cantiere, ma che sono stati tutti risolti. In quanto alla complessità basti pensare che le ditte e le società impegnate nell’opera sono state ben 30. Si sono dovute occupare di aspetti diversissimi: dal distacco, restauro e rifacimento dei
mosaici, agli impianti elettrici, a quelli idraulici, all’illuminazione, alla ripavimentazione, al trasporto.
Hanno dovuto affrontare tutte le insidie, anche a livello normativo, di un cantiere aperto durante una pandemia. Hanno dovuto far fronte a cambi di strategia in corsa, come la sostituzione del castello centrale e la realizzazione della canaletta in inox. Siamo riusciti a farlo grazie ad una straordinaria collaborazione con diversi soggetti istituzionali e non: dalla Fondazione Carit alla Sovrintendenza, dall’Asm al SII, fino tutti gli sponsor tecnici che hanno voluto dare il loro contributo ad un’opera che continua ad essere sentita come appartenente a tutta la città.
La situazione che abbiamo trovato nel cantiere nel 2019 al momento della sua riapertura era comunque molto difficile da gestire. In particolare a preoccupare era lo stato dei mosaici con tessere di spessore meno di un millimetro, quando in origine erano di 1,2 centimetri.
Il rudus era distaccato dalla soletta per oltre l’85 per cento ed era rigonfiato. Esisteva una fitta rete di lesioni passanti su tutto il mosaico che interessavano pure la soletta, tanto da rendere la fontana totalmente permeabile alle acque.
Le superfici erano incrostate di calcare e dai depositi degli agenti atmosferici. Erano presenti vistose lacune, muffe, muschi e licheni. In sostanza era un mosaico irrecuperabile in situ. Così dopo una accurata mappatura del degrado a cura della Venaria Reale di Torino e la valutazione dell’istituto Superiore del Restauro del MIBACT si decise per lo stacco, previo un test di 1 metro per un 1 metro, effettuato dalla Coobec. Questa operazione ha consentito di preservare il mosaico del 1961 e nel contempo di ricostruire un nuovo mosaico alla romana sui disegni originali del Cagli.
L’RTI Zodiaco, ha effettuato un lavoro certosino andando ad utilizzare gli stessi materiali del tempo e restituendo l’immagine originale della superficie musiva. Inoltre ciò ha consentito di impermeabilizzare la soletta e di recuperare la struttura originale in cemento armato che a causadel percolare delle acque era pesantemente compromessa.
Inoltre abbiamo effettuato il rifacimento della canaletta esterna per permettere di nuovo lo scorrimento del velo di acqua che – trattata con un impianto ad osmosi inversa – preserverà il mosaico in precedenza danneggiato dalle acque non trattate, per erronei interventi di manutenzione.
Inoltre sono stati rifatti i complessi impianti idraulici ed elettrici per ripristinare l’immagine del tempo; è stata recuperata la pompa originale ed è stato completamente sostituito il castello. I nostri tecnici ritengono che quest’opera, meravigliosa e multidisciplinare, farà scuola nel campo del recupero dei beni vincolati, perché non ha esempi simili.
In generale abbiamo rispettato la tabella di marcia che ci eravamo dati, con l’unica eccezione del prolungato stop dovuto al primo lockdown. Abbiamo operato fino alla fine dell’intervento con un’idea e un obiettivo di fondo: quello cioè di realizzare un intervento perfetto, che garantirà alla fontana di Piazza Tacito, in questa nuova e ultima versione, una lunga vita, utilizzando le tecniche e le apparecchiature più moderne, ma lasciando intatto il fascino della struttura nel pieno rispetto della sua storia”.
Il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini ha parlato dell’importante ruolo della Fondazione nel restauro e dei suoi obiettivi.
In questa scheda (scaricabile qui) il quadro economico completo dell’opera.
In questa scheda (scaricabile qui), l’elenco delle ditte e delle imprese che hanno partecipato a vario titolo all’intervento.
In questa scheda (scaricabile qui), una cronologia recente rispetto agli interventi dal 2019 ad oggi.
In questa scheda (scaricabile qui), la storia della fontana di Piazza Tacito.
In questa scheda (scaricabile qui), le notizie sul concorso nazionale di architettura.
In questa scheda (scaricabile qui), la biografia di Corrado Cagli.
Nella galleria fotografica del sito del Comune di Terni le foto storiche (tratte dal sito web www.restaurofontanaterni.com) , le foto degli interventi recenti, il novo logo della fontana.
Foto: Comune di Terni ©