E’ vero che, come scriveva Italo Calvino: “Un classico è un libro che non ha mai finito di
dire quello che ha da dire”; è vera la convinzione che, specialmente in periodo come quello che
stiamo vivendo sul bilico della precarietà, sembra improponibile indire un concorso che prevede la
traduzione ed il commento di un brano dal latino di un autore del mondo antico ed una sezione
ricerche dal titolo: “I giovani e la classicità’; è vero che tutto ciò sembra un azzardo, una
scommessa da rimandare a tempi futuri ma è anche vero che il Liceo Classico “G.C. Tacito” di
Terni crede a certi valori: lo testimonia quotidianamente nelle sue aule, nel rapporto sempre attivo
con gli studenti, perché chi è al di là della cattedra quei valori li ha fatti propri e li trasmette.
Quindi anche quest’anno – il XXVI!-, il “Certamen Taciteum”si è tenuto: è vero, con una
modalità inconsueta per gli studenti e non è stato possibile realizzare il ‘Grande Certamen’, rivolto
agli alunni dell’ultimo anno di corso superiore che provenivano dalle loro sedi e, per tre giorni,
Terni si trasformava in una città in cui riviveva l’antico spirito della classicità tra conferenze,
scambi culturali che terminavano, il giorno della premiazione, con uno spettacolo teatrale del
laboratorio della scuola ospitante. Gradualmente tutto sfumava nel rapporto culturale improntato
alla classicità che risultava, visto il numero dei partecipanti, sempre più esteso e, al tempo stesso,
simbolo di un forte legame con il territorio.
Ma quello che viene chiamato ‘Piccolo Certanen”, rivolto agli alunni dei primi quattro anni
delle scuole superiori che hanno svolto, come sempre, il loro compito da scuola nello stesso giorno
e nella stessa ora delle altre si è tenuto, così come il concorso della “Sezione Ricerche”, grazie al
determinante e generoso contributo della Fondazione Carit, presieduta dal Prof. Luigi Carlini, alla
perseveranza del dirigente Scolastico Roberta Bambini e la capacità organizzativa della referente,
prof.ssa Patrizia Giulivi.
Inspiegabile il successo: sono presto arrivate le iscrizioni da molti istituti
in cui si studia ancora la lingua di Cesare: dai Licei classici agli Scientifici, alle altre scuole che
prevedono lo studio del latino; vari i luoghi di provenienza: oltre Terni e Orvieto, si è andati da
Roma a Savona, a Livorno, a Taranto, Lecce, Salerno, Messina, Siracusa ed oltre ed ognuno ha
avuto la sua ‘Palma’, il suo riconoscimento. Anche la “Sezione ricerche”, la cui Commissione è
stata come ogni anno brillantemente guidata dal Prof. Giorgio Buonamente dell’Università degli
studi di Perugia, ha assegnato il premio ad un alunno del Liceo Classico ”F. De Sanctis”di Salerno,
Matteo Amato.
Ogni gara ha una premiazione, il giusto riconoscimento agli sforzi ed all’impegno profusi
dagli alunni nel momento in cui attivano le loro competenze traduttive, e questa premiazione
avverrà in modalità streaming il giorno 30 ottobre p.v alle ore 16.00.
Il tempo passa dunque, ma la forza della cultura intesa come esercizio del pensiero,
partecipazione e, in questo caso, di resilienza, continua a presentarsi come una formula vincente, in
attesa, ci auguriamo, di poter svolgere questo alto momento formativo come negli anni pre-Covid,
in cui il contatto umano era lo spirito che animava questo incontro che prosegue coraggiosamente
verso l’edizione n. XXVII.
Foto: TerniLife ©