Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno avuto inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa memoria della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la liturgia di domenica 13 aprile con il rito della benedizione dei rami d’ulivo sul sagrato della chiesa di Santa Croce e la lettura del brano del Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Tantissimi fedeli in processione osannante con i rami di ulivo benedetti in mano, bambini e ragazzi delle parrocchie della Cattedrale, Santa Croce e San Salvatore e le loro famiglie, hanno raggiunto la Cattedrale, dove la liturgia è proseguita con la lettura della Passione di Cristo dal Vangelo di Luca, e la celebrazione eucaristica. Hanno concelebrato il vicario generale della Diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini, il parroco di Santa Croce don Roberto Cherubini, don Camillo Camozzi. I canti liturgici sono stati eseguiti dalla corale polifonica del Duomo diretta da Rita Tomassoni accompagnata all’organo dal maestro Simone Maccaglia.
Il vescovo ha ricordato come la Pasqua sia «il segno di una vita nuova per noi e per tutto il mondo, in cui si è resi partecipi del mistero della croce per aver parte alla resurrezione e alla vita eterna».
Rivolgendosi poi ai tanti ragazzi presenti, il vescovo Soddu ha sottolineato l’importanza di essere vicini a Gesù: «Gesù si è fatto obbediente fino alla morte in croce, così dobbiamo fare anche noi per non perdere la vita; la disobbedienza a Dio porta al fallimento della vita. Per comprendere ciò che Dio ci vuol dire dobbiamo e leggere e conoscere la Parola di Dio e aprirci all’incontro con Gesù. Gesù raccoglie nella sua persona tutte le persone abbandonate, quelle di cui non si parla più oggi, le tante persone che soffrono a causa della violenza e della povertà. Dio non abbandona nessuno ma siamo noi che non ci interessiamo degli altri che soffrono. Noi dobbiamo essere la presenza di Dio nel mondo, nella solidarietà e nell’amore per gli altri, essere umili e misericordiosi. Senza il grande gesto di amore di Gesù per noi, della sua morte e risurrezione, non potremmo far niente e saremmo portati alla distruzione. Chiediamo a Gesù di essere capaci di capire la differenza tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra il fallimento della vita e la sua realizzazione. Gesù che ha dato la sua vita per noi, non rimane morto, ma è il vivente, l’unico salvatore del mondo. Nella settimana santa siamo chiamati a intraprendere un più vigoroso cammino per essere germi viventi di quella luce nuova della risurrezione, che da noi si riverbera in tutto il mondo a cominciare dalle persone che abbiamo vicino».