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Valnerina, cratere dei comuni colpiti dal sisma. Il 2024 segna la svolta: meno imprese ferme, più occupazione vera, bilanci in ripresa

È il 2024 l’anno decisivo: la Valnerina segna il punto di svolta economico dopo il terremoto del 2016. I 14 comuni umbri più duramente colpiti – esclusa Spoleto, che rappresenta un caso a sé – mostrano segnali concreti di rilancio. Meno imprese inattive, più lavoratori stabili, crescita significativa di produzione e valore aggiunto, aumento della solidità finanziaria: i numeri parlano chiaro.

A dirlo è il report della Camera di Commercio dell’Umbria elaborato nell’ambito del Progetto Fenice, realizzato in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia, il Comune di Norcia e la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Obiettivo: ricostruire sviluppo e fiducia in un’area duramente colpita dal sisma.

Il segnale più forte: meno imprese senza produzione

Il numero delle imprese con valore della produzione assente (cioè aziende attive solo sulla carta, senza attività economica reale) è sceso sotto i livelli del 2015.

  • Nel 2017 erano 2.016;
  • nel 2019, 2.004;
  • nel 2022, 1.972;
  • nel 2024, 1.875.

Un calo graduale ma costante, che segna il recupero strutturale del tessuto produttivo locale.

Occupazione in crescita e più stabile

Anche il fronte dell’occupazione registra un netto miglioramento.
Gli addetti totali nei 14 comuni passano da 4.792 nel 2017 a 5.197 nel 2024. Ma il dato è ancora più significativo considerando che nel 2017 molti lavoratori risultavano occupati solo statisticamente, grazie a strumenti straordinari post-sisma (come la cassa integrazione): il dato attuale è più realistico e conferma una crescita vera.
Nel 2024 si supera anche il dato pre-sisma del 2015: 4.884 addetti.

Il cambio di passo è chiaro anche nella qualità dell’occupazione:

  • Gli addetti non familiari – cioè i lavoratori dipendenti veri e propri – passano da 2.594 nel 2017 a 3.200 nel 2024, superando anche i 2.566 del 2015.
  • In parallelo, calano gli addetti familiari dell’imprenditore, segno di un sistema imprenditoriale più strutturato.

Crescono le imprese di capitali: più solide, più strategiche

Le imprese di capitali – S.p.A., S.r.l., cooperative, ecc. – aumentano sensibilmente:

  • Nel 2015 erano 231, pari al 10,7% del totale.
  • Nel 2024 diventano 335, pari al 15,7%.

Si tratta di soggetti economici più strutturati, con obbligo di bilancio e maggiore capacità di attrazione e investimento.

I numeri dei bilanci: valore aggiunto +36%, produzione +40%

Proprio le imprese di capitali offrono il quadro più nitido del miglioramento:

  • Valore aggiunto per impresa: +35,9% tra 2015 e 2024, a fronte di un’inflazione nello stesso periodo del +18,7%.
  • Valore della produzione: +40,2%.

Anche i margini aziendali sono in ripresa:

  • Il ROI (redditività operativa dei capitali investiti) sale dall’1,84% del 2015 al 2,98% nel 2024.
  • Il ROE (redditività del capitale proprio, ossia quanto rende l’investimento dei soci) cresce dal 2,65% all’8,37%.

Nota: ROI e ROE, pur restando su valori contenuti, segnano un deciso miglioramento rispetto alla stagnazione post-sisma.

Spoleto rallenta il cratere: segnali contrastanti su scala più ampia

Quando si estende l’analisi a tutti e 15 i comuni del cratere (includendo quindi Spoleto), il quadro si fa meno lineare.

  • Le imprese senza produzione scendono da 4.894 a 4.556, ma il calo è meno marcato rispetto ai 14 comuni della Valnerina.
  • Il numero totale degli addetti scende, da 16.502 a 16.128.
  • Gli addetti non familiari crescono leggermente (da 11.077 a 11.243), ma a Spoleto si registra addirittura un calo.

Anche i dati economici sono meno brillanti:

  • Valore aggiunto: +21,2% tra 2017 e 2024 (contro il +35,9% dei 14 comuni).
  • Valore della produzione: +36% (contro +40,2%).

Vanno però bene i margini:

  • ROI: da 2,2% a 3,88%
  • ROE: da 3,3% a 8,36%

Un rilancio avviato, ma la sfida resta aperta

L’uscita dal tunnel è visibile, ma non ancora completa. La fase della ricostruzione post-sisma darà ancora slancio per qualche anno, ma restano tutte le incognite strutturali dei piccoli comuni della Valnerina: spopolamento, invecchiamento della popolazione, difficoltà di attrazione di attività economiche.

Il progetto Fenice – come indica il suo nome – vuole essere un laboratorio per costruire sviluppo sociale ed economico duraturo. I segnali del 2024 dicono che la direzione è giusta. Ora bisogna consolidarla.

 

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