Foto: Stefano Principi ©
Dopo i funerali di questo pomeriggio, Terni si è stretta in un abbraccio collettivo per Ilaria Sula, la giovane di 22 anni brutalmente uccisa dal suo fidanzato. Una ferita aperta nel cuore della città, che ha trovato voce in una fiaccolata silenziosa, intensa, carica di dolore e rabbia. Centinaia di persone hanno riempito le strade, unite da un’unica richiesta: giustizia per Ilaria, rispetto per le donne, fine della violenza di genere.
In testa al corteo, la famiglia di Ilaria, circondata da amici, cittadini comuni, rappresentanti delle istituzioni e tante ragazze e ragazzi. Tutti con una candela in mano, con lo sguardo basso e il cuore gonfio. Nessuno slogan urlato, solo silenzio e lacrime. Solo la voce flebile della dignità che chiede ascolto, che pretende cambiamento.
Le candele, accese una ad una, hanno illuminato il volto di Ilaria sui cartelloni, sulle magliette, nei disegni lasciati davanti alla fontana di Piazza Tacito, diventata simbolo di memoria e resistenza. Accanto al suo nome, anche quello di tante altre: donne uccise da chi diceva di amarle, vittime di un sistema che troppo spesso arriva tardi, o non arriva affatto.
«Terni oggi piange una figlia, ma deve anche svegliarsi», ha detto con voce tremante una compagna di università di Ilaria. «Perché non possiamo più permettere che l’amore si trasformi in morte».