Celebrata nella basilica di San Valentino la festa delle nozze d’oro, presieduta da mons. Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, concelebrata da mons. Salvatore Ferdinandi vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia, dal parroco di San Valentino padre Josline Peediakkel e da don Marco Castellani.
Novantasette coppie, provenienti da Terni e provincia, dall’Umbria, da Rieti, da Prato, da Ferrara, da Roma, accompagnati dai figli e nipoti, hanno rinnovato davanti all’urna di San Valentino gli impegni consacrati sull’altare nel giorno del matrimonio. Tra loro una coppia in cui il marito ha 101 anni e la moglie 94 che ha festeggiato i 68 anni di matrimonio, un’altra ha celebrato i 67 anni di matrimonio, una decina di coppie hanno celebrato i 60 anni di matrimonio, altri i 56, 55 e 51 anni di matrimonio. Molte delle coppie presenti avevano partecipato, 25 anni fa, alla festa delle nozze d’argento.
Un incontro che celebra l’amore sponsale e familiare, sottolineando il valore forte della famiglia per la crescita dei figli e nella trasmissione dei valori e della fede. La tradizione della celebrazione della ricorrenza dei 50 anni di matrimonio nella basilica di San Valentino, che si rinnova da trenta anni, rappresenta una grande preghiera corale per le famiglie perché s’irrobustisca l’amore reciproco, l’attenzione e la tenerezza nel prendersi cura gli uni degli altri con sincerità e rispetto. “Benedetto sei Padre, perché ci hai benignamente assistito nelle vicende tristi e liete della vita; aiutaci con la Tua Grazia a rimanere sempre fedeli nel reciproco amore” le parole pronunciate dalle coppie di sposi.
Salutando le coppie mons. Piccinonna ha rivolto parole di benvenuto e di augurio per questa importante ricorrenza, ed ha invitato alla preghiera per papa Francesco in questa particolare fase della sua salute.
«Siamo nell’anno giubilare dedicato alla speranza – ha detto il presule nell’omelia -. E quale speranza viene a noi dal vostro amore? Innanzi tutto la testimonianza del dono reciproco, che i vostri figli sono chiamati a raccogliere; la testimonianza dell’amore e dei tanti frutti che ha prodotto, di cui non ci rendiamo conto, quelli nati dalla logica del dono e che danno sapore alla vita. Ma non dimenticate mai la fonte dell’amore stesso, che è Dio. Porgete ancora a Dio le vostre vite, attraversate da luci e ombre e da qualche tristezza che portate nel cuore, perché non si può passare illesi nella vita. Chi ama mette in conto la perdita. Però, la certezza è che il Signore, pur nel cammino faticoso, vi è vicino, vi accompagna come un padre.
Un grazie a voi – quel grazie che dovremmo dire più spesso – per quel magistero d’amore fatto di gesti più che di parole, fatto di vissuti, che con la vostra umanità ci testimoniate; ci dite che una vita vissuta fuori dall’amore non è vita. Voi siete maestri della grammatica del dono, che la società attuale ha bisogno di recuperare. In questo momento difficile e faticoso bisogna sapientemente coltivare il cuore, nonostante tutto. Il Vangelo ci aiuta a disarmare pensieri e parole, a bonificare gesti e comportamenti rispetto alla violenza attorno a noi, che è lo specchio di ciò che si consuma dentro di noi. Seguiamo sempre il bene nella quotidianità della nostra casa, nei gesti ordinari come quelli familiari della casa di Nazareth, che possono nutrire ancora la vita di tanti. Nel dire sempre grazie al Signore per la vita e per l’amore, siamo tutti chiamati a far propria la logica del dono».
La preghiera a San Valentino patrono dell’amore e la benedizione del vescovo Piccinonna hanno concluso la celebrazione. Ai partecipanti è stata consegnata la pergamena ricordo e alle signore un omaggio floreale.