77 opere prodotte in 24 paesi diversi e 4 continenti, 62 ospiti provenienti da 6 paesi, 24 premi assegnati e 11mila spettatori.
Questi i numeri della ventesima edizione del Terni Film Festival: un’annata che – pur nella fedeltà alla propria missione – ha visto un grande rinnovamento, tanto nello staff organizzativo quanto negli ospiti.
Dei 24 premiati quest’anno, infatti, solo uno aveva già ricevuto un angelo in passato e quasi tutti i grandi ospiti che hanno animato i nove giorni al cinema Politeama (da G-Max a Marco Marzocca, passando per Andrea Roncato, Alberto Maggi, Pubble, Casa Abis, Cristiana Dell’Anna, Gildo Claps, Marco Risi, Gianmarco Saurino, Marco Pontecorvo, Rosa Diletta Rossi e Oreste Scalzone) erano al loro debutto al festival ternano.
Anche l’organizzazione ha visto un importante avvicendamento con Veronica Manzini che ha raccolto da Stefania Parisi il testimone dei cineforum per le scuole, da sempre fiore all’occhiello del festival e che hanno visto quest’anno la partecipazione di quasi 1500 studenti.
Altri 1500 sono gli spettatori che hanno seguito i pomeriggi e le serate, per un totale di 3000 presenze dal vivo.
Come ogni anno, poi, il festival ha avuto anche la sua versione “televisiva”: tutti gli incontri e gli eventi dal vivo, infatti, sono stati trasmessi in streaming in diretta su youtube e su facebook, dove sono stati visti da quasi 8000 spettatori.
“Possiamo dire con orgoglio che il festival non è una palude autoreferenziale, ma un oceano di acqua fresca” commenta Arnaldo Casali, direttore dell’Istess.
Un sold out è stato registrato per la proiezione di Note per un buon uso delle rovine di Alice Visconti e Oreste Crisostomi, dedicato alla leggendaria tipografia-cineclub Visconti, che ha portato al Politeama 300 persone, mentre online l’evento più seguito è stata la puntata 800 di “Adesso in onda” dedicata ai 25 anni di “Adesso”, con quasi 800 spettatori in diretta.
“In generale, abbiamo riscontrato un aumento del pubblico, soprattutto nei momenti più istituzionali, come l’inaugurazione e la cerimonia delle premiazioni, e persino alla serata finale nonostante sia saltato all’ultimo momento lo spettacolo previsto. Questo significa che sempre più persone si legano al Terni Film Festival e lo seguono a prescindere dagli appuntamenti in programma”. Significativo anche l’aumento delle interazioni sui social, con centinaia di storie e post su instagram.
I VINCITORI
È stato Gioachino da Fiore, con il primo film che ne racconta la vita, a trionfare nella Notte degli Angeli del Terni Film Festival: Il monaco che vinse l’Apocalisse di Jordan River è tornato dalla serata al Politeama con quattro statuette: Miglior Film, Miglior Scenografia, Miglior Fotografia e migliori effetti speciali.
La giuria, composta dal critico Alberto Di Giglio, il regista Federico Russotto e il produttore armeno Shahen Nazarenko, ha riportato dopo nove anni l’Angelo di cristallo in Italia: era dal 2015 che un film italiano non si affermava nella categoria principale.
“Un’opera audace, attuale e necessaria” così Di Giglio, presidente della giuria, definisce il film, che uscirà nelle sale il 5 dicembre: “Il cinema è visione e River è riuscito a tradurre in immagini la teologia e l’Apocalisse senza cadere nel fantasy”.
Due Angeli a testa per i documentari Cercando Bernardette di Bruno Di Marcello e Note per un buon uso delle rovine.
In Cercando Bernardette – che si aggiudica i premi per la migliore sceneggiatura e la miglior colonna sonora – il teologo Alberto Maggi sfata tutti i luoghi comuni su Bernardette e le apparizioni di Lourdes (dal fatto che la ragazzina non era affatto una pastorella all’aspetto della Madonna, completamente diversa da come è stata poi ritratta suscitando le proteste della stessa veggente); Di Marcello, peraltro, aveva vinto l’angelo per il “Film dell’anno” nel 2020 con un film – Un eretico in corsia – che raccontava proprio la vita di Alberto Maggi, in quel caso interpretato da Ciro Scalera.
Due angeli a anche per Note per un buon uso delle rovine di Alice Visconti e Oreste Crisostomi, che ha ottenuto il premio per la miglior produzione e quello per il montaggio.
Premio Signis al polacco Jedna Duza, storia di riscatto e redenzione di un giovane alcolista, mentre l’angelo per il Film dell’Anno (categoria riservata alle pellicole uscite nelle sale) è andato a Il punto di rugiada di Marco Risi, ambientato in una casa di riposo, così come il corto Cocci di Agnese Fallongo con una straordinaria Milena Vukotic, che ha ottenuto il Gran Premio della Giuria.
Alle conseguenze del cambiamento climatico in Bangladesh è invece dedicato The Taste of Honey di Fabeha Monir e Mohammad Rakibul Hasan, proiettato nel corso del focus Bangladesh che ha visto protagonisti Phaim Bhuyian, il direttore del festival di Dacca Ahmed Zamal e la comunità bangladese di Terni che ha portato testimonianze sulla guerra in corso, ma anche canti, abiti e sapori tipici del paese.
Tra i premiati nel corso della serata animata dal duo comico Casa Abis anche Francesca Scanu (miglior regia per il corto Cosa resta), Marco Marzocca (per il film Catene, realizzato dagli allievi della scuola Volonté), Rosario Terranova (per la sua incredibile interpretazione di Paolo Borsellino nel corto Paolo e i suoi angeli), Cristiana Dell’Anna (Francesca Cabrini), Miriam Previati (per il corto sul Revenge porn Mi chiamavo Eva) e Fabio Bussotti: l’attore umbro, reduce da Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre, ha ricevuto il premio alla carriera Ubaldi Moschin.
IL CASO ELISA CLAPS
Un momento particolarmente significativo del festival è stata la proiezione di Per Elisa. Il caso Claps di Marco Pontecorvo, che ha vinto l’Angelo per la Miglior Serie Televisiva.
Il film è stato presentato dallo stesso Pontecorvo e da Gildo Claps, fratello di Elisa insieme a Gianmarco Saurino che lo interpreta sullo schermo, e Rosa Diletta Rossi che interpreta sua moglie Irene.
La serie rappresenta uno dei rari casi nel mondo del cinema in cui il personaggio protagonista e il suo interprete sono diventati veri amici, tanto da frequentarsi abitualmente, fino a fare le vacanze insieme. Non a caso Gildo e Gianmarco, il giorno successivo alla proiezione, hanno partecipato ad un incontro in una scuola superiore per parlare del caso di Elisa, uccisa nel 1993 all’interno di una chiesa dove è stato ritrovato il corpo solo diciassette anni dopo.
Presenti alla serata anche i rappresentanti dell’associazione Penelope, fondata dallo stesso Claps, e che si occupa di persone scomparse. L’associazione e Gildo Claps hanno ricevuto il premio Panchina Rossa, assegnato dall’associazione San Martino nell’ambito del focus sulla violenza di genere.
Particolarmente significativo e toccante è stato anche l’abbraccio tra Gildo e il vescovo Francesco Soddu, che ha partecipato alla serata.