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Desertificazione bancaria, Uilca: in Umbria nove su dieci insoddisfatti, aumenta il malcontento

Più malcontento e insoddisfazione per la chiusura delle filiali bancarie. A confermarlo, i primi risultati del secondo Rapporto[1] Uilca “L’impatto della desertificazione bancaria sugli italiani 2024”, la sentiment analysis volta a misurare le ricadute occupazionali, sociali ed economiche del problema nel Paese. Stando ai risultati del sondaggio Uilca, in Umbria nove persone su dieci si dichiarano “insoddisfatte” dalla chiusura delle filiali bancarie nel proprio comune, nel 2023 erano otto. Aumenta anche la percezione di “mancanza della filiale bancaria”: sette persone su dieci dichiarano di averla avvertita molto o abbastanza, nel 2023 erano sei.

“Continua l’impegno Uilca contro la chiusura delle filiali bancarie sui territori. Purtroppo, anche quest’anno, i dati rispecchiano la situazione di disagio e malcontento rilevata nel 2023, in occasione della campagna itinerante Uilca Chiusura filiali? No, grazie che ci ha visto girare i comuni più colpiti dalla desertificazione bancaria. L’evento di gennaio di presentazione dei dati al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ha comportato l’istituzione di un tavolo di lavoro al Cnel e dei primi Osservatori Regionali dedicati al problema”, commenta il segretario generale Uilca Fulvio Furlan.

LA PREVIEW DEL SONDAGGIO UILCA 2023 VS 2024 IN UMBRIA

  • In Umbria dichiara di recarsi in una filiale bancaria “almeno una volta al mese” il 55,4% (54,4% nel 2023).
  • Alla domanda “quanto è stata percepita la mancanza/riduzione dello sportello – filiale della banca” il 71,5% degli umbri dichiara di aver percepito in maniera forte l’assenza o la diminuzione dei punti fisici d’incontro con la banca contro il 59,5% del 2023.
  • Analizzando il livello di soddisfazione per la riduzione/chiusura delle filiali e degli sportelli bancari nel luogo in cui si vive, nove persone su dieci (89,7%) dichiarano di essere per nulla o poco soddisfatte dalla chiusura della banca nel proprio comune contro l’82,6% del 2023.

Il rapporto 2024 analizza in maniera profonda il legame che intercorre tra gli italiani e le filiali bancarie dislocate sul territorio. In linea con la rilevazione 2023 i dati raccolti quest’anno mostrano come la presenza o, meglio, l’assenza della filiale bancaria sia un elemento determinante e cardine nella vita sociale e imprenditoriale degli italiani, che va ben oltre il semplice rapporto tra cliente e bancario. Il messaggio dei cittadini è chiaro: la filiale non si riduce solo a un “bancomat” dove prelevare ma è soprattutto un luogo sicuro dove custodire i propri risparmi e, al tempo stesso, ricevere consigli utili su finanziamenti, prestiti e operazioni finanziarie”, spiega Roberto Baldassari, professore di Strategie delle ricerche di opinione e di mercato all’Università degli Studi Roma Tre e direttore generale di Lab21.01, istituto di ricerca che ha raccolto ed elaborato i dati del sondaggio.

LA PREVIEW DEL SONDAGGIO UILCA 2023 VS 2024: I DATI NAZIONALI

  • Dalla ricerca Uilca, dichiarano di recarsi nella propria filiale bancaria “almeno una volta al mese” cinque persone su dieci, di cui 3 una volta al mese e 2 una volta a settimana (54% nel 2024 contro il 52,4% nel 2023).
  • Alla domanda “quanto è stata percepita la mancanza/riduzione dello sportello – filiale della banca” gli intervistati rispondono in maniera netta: il 70,2% dichiara di aver percepito in maniera forte l’assenza o la diminuzione dei punti fisici d’incontro con la banca. Dato che registra un incremento del 6,7% rispetto allo scorso anno (63,5% nel 2023).
  • Analizzando il livello di soddisfazione per la riduzione/chiusura delle filiali e degli sportelli bancari nel luogo in cui si vive, oltre nove persone su dieci (93,2%) si dichiarano poco o per nulla soddisfatte dall’abbandono della banca nel proprio territorio. Sentimento negativo che cresce del 5,2% rispetto alla rilevazione 2023 (88%).

LA NOVITÀ DEL SONDAGGIO UILCA 2024

Sulla base dei risultati raccolti nel 2023, Uilca ha deciso di sviluppare in macroaree regionali dei focus tematici che fotografano i risvolti della desertificazione bancaria nelle piccole medie imprese, nelle aree rurali e nelle modalità di erogazione del credito.  Il primo focus interroga le regioni dell’area settentrionale su “La desertificazione bancaria e le piccole medie imprese”; il secondo è volto a rilevare nelle regioni dell’area centrale la relazione tra la chiusura degli sportelli bancari e lo spopolamento dei piccoli comuni: “Desertificazione bancaria dalle zone rurali alle grandi città”. Il terzo focus riguarda l’area meridionale e insulare: “La desertificazione bancaria e il fenomeno dell’usura”. Un’anticipazione dei risultati dei tre approfondimenti sarà resa nota dopo l’estate.

“È il momento che le banche recuperino il loro ruolo di servizio ai territori, alle persone e al tessuto imprenditoriale del Paese. Le filiali costituiscono presidio di sviluppo e legalità, in mancanza del quale intere comunità rischiano di essere lasciate sole: noi come Uilca non possiamo e non vogliamo permetterlo. Un modello diverso è possibile e il Credito Cooperativo ne è la prova: oggi uno sportello su cinque appartiene alle Bcc e in 740 comuni le banche di Credito Cooperativo rappresentano gli unici presidi bancari”, osserva Furlan.

LA DESERTIFICAZIONE BANCARIA IN ITALIA

In Italia, dal 2018 al 2023, gli sportelli bancari sono diminuiti del 20,7% (-5.248), i comuni serviti da banche sono diminuiti del 13,4% (-717). Anche i dipendenti hanno subito un calo del 6% (-16.727)[2] 

L’IMPEGNO UILCA SULLA DESERTIFICAZIONE BANCARIA: IL TAVOLO AL CNEL E GLI OSSERVATORI REGIONALI

Uilca porta avanti la battaglia contro la desertificazione bancaria iniziata lo scorso anno, su tutto il territorio nazionale, con la campagna Chiusura filiali? No, grazie, affinché venga riconosciuta l’entità del problema non solo occupazionale ma anche sociale ed economico. A gennaio 2024, nel corso di un evento presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), Uilca ha presentato i risultati del primo Rapporto sulla desertificazione bancaria sulle persone. In quell’occasione il presidente del Cnel Renato Brunetta ha proposto l’istituzione di un tavolo dedicato al problema. Lo scorso aprile, infatti, si è insediato un gruppo di lavoro che coinvolge istituzioni, politica e parti sociali per trovare e raggiungere soluzioni condivise per affrontare questo fenomeno. Anche a livello regionale si stanno ottenendo i primi risultati con l’istituzione di Osservatori Regionali che consentiranno di avere il polso della situazione, delle problematiche e delle criticità inerenti allo spopolamento delle filiali bancarie: tra le prime regioni, Basilicata e Abruzzo.

LA DESERTIFICAZIONE BANCARIA: I MOTIVI

I motivi sono molteplici ma due i fattori che impattano maggiormente: aggregazioni bancarie e taglio dei costi e digitalizzazione.  

  • Aggregazioni bancarie: devono avere una logica industriale ed essere a sostegno di territori, imprese e famiglie. Servono piani industriali con logiche di medio e lungo periodo e non solo taglio di costi, riduzione e chiusura di sportelli.

 

  • Digitalizzazione: in Italia, del 2018 al 2023, l’utilizzo dell’internet banking è aumentato progressivamente passando dal 33,8% al 51,5%. In Europa si è passati dal 51,4% al 63,8%[3].

 

Per il Segretario Generale UILCA dell’Umbria Luciano Marini, è necessario che in questa regione venga al più presto convocato un tavolo regionale sul credito, aperto ad Istituzioni, Sindacato e forze economico/sociali, per dare risposte alle tante istanze di chi vede nel sistema bancario regionale, un interlocutore che faciliti il rapporto fra cittadinanza e mondo della finanza.

 

[1] Metodologia e campione. L’indagine demoscopica, realizzata con metodologia CATI (intervista telefonica) e CAWI (intervista web), coinvolge 2.400 persone di cui il 51,6% donne e il 48,4% uomini, dai 18 ai +65 anni, pari al 52,2% della forza lavoro e con un titolo di studio superiore/laurea pari al 48,1%.

[2] Dati elaborati dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra su comunicazione Banca d’Italia al 29 marzo 2024

 

[3] Dati Eurostat – Statistics | Eurostat (europa.eu)

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