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Sanità: il Centro odontostomatologico dell’Azienda ospedaliera di Perugia impegnato sempre di più verso i bambini con disturbi comportamentali

L’attività del centro odontostomatologico dell’Azienda ospedaliera di Perugia è sempre più orientata a garantire l’accesso alle cure odontoiatriche dei pazienti con un orientamento che va oltre la semplice risoluzione delle urgenze: lo comunica l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, che nei giorni scorsi ha voluto personalmente informarsi sull’attività del Centro che va avanti sotto la direzione del professor Stefano Cianetti e si distingue soprattutto  per la presa in carico  di bambini che presentano difficoltà comportamentali e non collaborativi, tra questi anche bimbi e ragazzi  con disturbo dello spettro autistico.

Il professor Cianetti ha illustrato tutta una serie di progetti portati avanti in questi anni, ricordando che il centro ha svolto fino ad oggi interventi documentati su oltre 5000 bambini residenti, di cui all’incirca il trenta per cento con problematiche, prevalentemente autismo, oppure odontofobici.  E proprio per la cura dei bambini con quest’ultimo tipo di disturbo, il centro di Perugia è stato capofila di un progetto ministeriale.

Inoltre, l’attenzione è stata rivolta anche su altri aspetti delle vulnerabilità sociali e sanitarie che coinvolgono altre fasce della popolazione che si trova attualmente in Umbria: con il progetto “Accoglienza sanitaria odontoiatria ai bambini Ucraini profughi di guerra” in particolare, è stata colta la necessità di provvedere ad una nuova ed emergente vulnerabilità sociale relativa ai bambini ucraini profughi di guerra, rifugiati nella nostra regione.

Con la collaborazione dell’associazione “Unitatis” della diocesi di Perugia, “Arca del Mediterraneo” (Foligno) e “Perusia” (Perugia), 50 bambini di età compresa tra i 3 ed i 14 anni sono stati visitati nel Centro odontostomatologico dell’Azienda Ospedaliera, dove hanno anche ricevuto una valutazione psicologica da docenti universitari che hanno somministrato specifici questionari atti a valutare il trauma dovuto alla guerra. I bambini accolti erano in Italia da una media di 19 mesi, accompagnati dalle mamme insieme a fratelli e sorelle. Solo una piccola percentuale era in Italia con il padre e altri familiari.

Dopo aver avuto l’approvazione del Comitato etico regionale sono state organizzate le visite in presenza di una mediatrice culturale e in orari tali da non interferire con altri appuntamenti già organizzati al Centro. Dallo studio è emerso che solo 8 bambini su 50 (16%) non presentavano carie, la restante parte necessitava di cure che difficilmente sarebbero arrivate se non a seguito dell’emergenza dettata dai sintomi, ovvero il mal di denti.

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