“Abbiamo aspettato la chiusura delle tornate elettorali per chiedere a tutte le forze politiche e istituzionali, dopo i soliti e ormai conosciuti annunci da campagna elettorale, quali scelte si intendono compiere per rispondere ai bisogni delle persone sul versante socio-sanitario-assistenziale. Le criticità continuano ad essere evidenti e meritano di essere affrontate con rapidità”. È quanto scrive in una nota Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni che ribadisce la necessità non più procrastinabile di potenziare la sanità territoriale, investire nella prevenzione e rafforzare la rete dei medici di base e la sanità territoriale, attraverso le case della salute e i presidi territoriali medici e infermieristici, nei quali fornire prestazioni sanitarie di prossimità e adeguate alle diverse esigenze.
“È necessario ridefinire l’appropriatezza della cura – scrive Cipolla – attraverso una qualificazione della rete ospedaliera con interventi edilizi, assunzioni di personale, investimenti tecnologici e una nuova e diversa organizzazione delle prestazioni che sempre di più devono puntare a qualità e efficienza. A tal proposito ribadiamo la necessità della ridefinizione della mission dell’ospedale di Orvieto, della costruzione dell’ospedale di Narni-Amelia e sopratutto dell’intervento sull’ospedale di Terni. Terni – sottolinea il segretario Cgil – ha necessità di una nuova struttura ospedaliera, rispondente agli attuali bisogni di cura della comunità ternana e capace di continuare ad essere polo attrattivo per le regioni limitrofe garantendone il profilo di alta specialità”.
Un ospedale, quello di Terni, che dovrà essere costruito “con fondi pubblici”, attraverso un progetto di “riqualificazione dell’attuale area del Santa Maria”, accompagnato da un “progetto più complessivo di rigenerazione urbana che qualifichi non solo l’ospedale ma l’insieme dei servizi che orbitano su quel quartiere”. Serve infine, secondo la Cgil, un miglioramento della rete post cura, attraverso “una nuova e diversa organizzazione dei servizi domiciliari e assistenziali, che tenga conto della domanda che c’è e dell’andamento demografico regionale, che richiederà sempre di più un incremento di servizi e prestazioni”.
“Da tempo chiediamo interventi in questa direzione – conclude Cipolla – ma ad oggi non si vede una reale inversione di tendenza, capace di risolvere le criticità presenti. Una delle testimonianze di distanza tra annunci e risultati reali è quanto determinatosi sulle liste di attesa, che continuano ad essere troppo lunghe e spesso, quando si riesce a prenotare, richiedono spostamenti chilometrici improponibili. È evidente che alla base di tutto deve esserci la volontà politica di investire nel territorio, nelle strutture e soprattutto nel personale, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche sul versante della professionalità e competenze”.