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Donne e impresa in Umbria: imprenditrici ancora sottorappresentate. Significativa la presenza nel settore green

Le imprese femminili svolgono un ruolo fondamentale per la crescita.  Basti pensare all’attenzione per gli investimenti green che hanno a che fare con il mondo che lasceremo alle nuove generazioni. Tra le imprese femminili la tendenza agli investimenti green è forte. Le eco-investitrici sono 31,9% a livello nazionale e il 27,9% a livello umbro, con una forte preponderanza delle imprese localizzate a Terni dove le green sono molto oltre al media nazionale (34,8%).

Le grandi potenzialità dell’imprenditoria femminile ci vengono consegnate dal recente Report presentato a Terni, da Unioncamere su dati Tagliacarne, nel corso del convegno “Impresa, singolare femminile. Caratteristiche e fabbisogni dell’imprenditoria femminile dalla voce delle protagoniste”.

Neanche durante la pandemia le donne hanno mollato:  in Italia dal 2019,  cioè l’anno prima del Covid, al 2023 la contrazione è stata poco sopra all’1% (-1,1%), mentre quelle a guida maschile hanno perso sul campo oltre il doppio delle aziende, -2,5%.

L’Umbria è al quarto posto in Italia per tasso di femminilizzazione del tessuto imprenditoriale (24,8% per un totale di 23.043 aziende iscritte al Registro Imprese dell’Ente camerale). Il tasso più alto lo registra il Molise (27,4%), seguito da Basilicata (26,5%) e Abruzzo (25,4%). Ultima della top five la Sicilia con il 24,4% delle aziende femminili.

Ma c’è ancora molta strada da fare perché le donne imprenditrici sono ancora sottorappresentate (appena il 27,1% al 31 dicembre 2023, ricopre il ruolo di amministratrice di una società) ed è ancora forte il gap sulla capacità di fare innovazione.

In Umbria le start up innovative femminili sono appena il 12,2% del totale (26 in valore assoluto), il 13,6% a livello nazionale. Come ancora troppo marcata in regione è la tendenza al fare impresa nei settori tradizionalmente femminili che hanno a che fare con la cura della persona, con l’istruzione, con l’assistenza sociale. Basti pensare che nel settore “altri servizi alla persona” (che comprende attività come parrucchiere, estetiste,  organizzazione di eventi etc)  il 64,1% delle aziende (al 31 dicembre 2023)  è a guida femminile, nel settore moda lo sono quasi la metà, ossia il 48,6% del totale.

La spinta al cambiamento può arrivare dalla Certificazione della parità di genere nel mondo del lavoro. L’importante ruolo dei Comitati Imprenditoria Femminile delle Camere di Commercio, può essere da traino per la buona riuscita dell’ottenimento del risultato finale anche grazie all’accordo con il Dipartimento di pari opportunità.

E i finanziamenti della certificazione ci sono ancora.  Il bando è aperto e le imprese possono presentare domanda fino al 28 marzo.  I contributi verranno concessi con procedura valutativa con procedimento a sportello (sul sito www.certificazione.pariopportunita.gov.it tutte le informazioni sull’avviso e sul sistema di certificazione della parità di genere ndr).

Dobbiamo lavorare sulla cultura per aiutare le giovani ad avvicinarsi alle lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) – riflette la Presidente del Comitato Imprenditoria femminile, Dalia Sciamannini il fatturato medio delle imprese femminili è ancora troppo basso ed è legato sia alle dimensioni “micro” dell’impresa femminile ma  anche al fatto che i settori in cui decidono di investire sono quelli mediamente a più bassa remunerazione, come sanità ed assistenza sociale e servizi alla persona”.

Qualcosa nel mondo delle donne che fanno impresa però sta cambiando. Cresce infatti la propensione delle imprenditrici a far ricorso a modelli aziendali più strutturati. Le società di capitale femminili sono aumentate in Umbria dal 2019 al 2023, ossia in quattro anni, del 10,7%  mentre  le ditte individuali sono diminuite del 3,6%.

“Mi piace ricordarlo in occasione proprio della Giornata Internazionale della donna – ci tiene a precisare Sciamannini – sostenere l’impresa femminile non significa solo sostenere l’accesso al credito, ma lavorare anche, e molto, sul fronte culturale. Per il Comitato sensibilizzare il territorio sulla discriminazione delle donne nei luoghi di lavoro che riguarda tanto le lavoratrici dipendenti quanto  le imprenditrici è centrale e lo abbiamo fatto con un importante incontro nel 2023 e proseguiremo anche nel 2024”.

Già segnati nell’ agenda del Comitato Imprenditoria femminile per il 2024: eventi per la creazione di networking sul territorio umbro, l’impegno in collaborazione con il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria per dare gambe all’Info Point Donna che sarà operativo dal 16 marzo prossimo e il lavoro per promuovere una maggiore presenza di donne negli organi di controllo e nei consigli di amministrazione delle società.

 

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