Celebrata nella basilica di San Valentino, dal vescovo Francesco Antonio Soddu la solennità del patrono di Terni e degli innamorati e copatrono della diocesi di Terni-Narni-Amelia, concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi e dal parroco di San Valentino padre Johnson Perumittath, dai sacerdoti della diocesi e dai padri carmelitani, alla presenza della presidente del Consiglio Comunale di Terni sara Francescangeli e delle autorità militari.
La celebrazione è stata animata dal coro di Giulia della basilica di San Valentino.
«L’annuale festa di San Valentino ci sprona a rileggere la nostra vita di credenti alla luce della parola di Dio attraverso la testimonianza data dal nostro Patrono – ha detto il vescovo Soddu nell’omelia – Nel momento in cui siamo stati battezzati, sono state toccate le nostre labbra, perché potessimo essere suoi portavoce mediante tutta la nostra persona, illuminata e guidata nella capacità di pensare, riflettere, giudicare dall’intelligenza dello Spirito».
Un segno dell’amore di Dio nei confronti dell’umanità, espressione del dono di sé e della carità cristiana, come espresso nella figura del buon pastore nel Vangelo che dà la vita per le pecore messa in contrasto con la figura del mercenario il quale utilizza e sfrutta il gregge, perché non lo ama affatto: «Allargando lo sguardo sull’umanità del nostro tempo, potremmo dire che il suo disfacimento è dato proprio dalla mancanza d’amore – ha aggiunto il vescovo – e del dare la vita quale espressione somma dell’amore».
«Il criterio dell’amore è valido in ogni tipo di relazione, da quella mondiale a quella sociale, cittadina, fino ad arrivare a quella familiare, altrimenti la dissoluzione è inevitabile.
Papa Francesco in tutti i suoi documenti, specialmente nella “Fratelli tutti”, mette in guardia da questo pericolo, fino anche ad affermare che la società, in tutte le sue dimensioni, non può reggersi neanche su un mondo fatto di soci; perciò è necessario l’amore, un amore che promuova le persone.
Dal racconto della parabola evangelica oggi proclamato, potremmo anche cogliere un ulteriore risvolto che, se non si sta attenti, rischia di coglierci impreparati. Mi riferisco alla situazione che si viene a creare nel momento in cui il mercenario fugge. Egli fugge a causa dell’arrivo del lupo.
Mi sembra pertanto di individuare una sorta di collaborazione, diretta o indiretta tra lupo e mercenario, infatti entrambi non amano il gregge.
Carissimi fratelli e sorelle quanti sodalizzi tra mercenari e lupi nel corso della storia! Quante alleanze passate inosservate tra coloro che avrebbero dovuto custodire e coloro che sono stati i carnefici. Quanti attentati registriamo ogni giorno, sia alla pace dell’intero gregge, sia alla salvaguardia del piccolo gregge della famiglia, dove il germe dell’amore ha visto il primo germoglio!
San Valentino, che la tradizione ci consegna come il santo dell’amore familiare ci insegna che solo attraverso la donazione incondizionata della propria vita all’unico pastore, ossia Gesù Cristo, si può seminare e raccogliere il frutto sano e bello dello stesso amore.
Ma attenzione tra la semina e il raccolto si rende necessaria la cura nel coltivare adeguatamente il seme che diventa germoglio, che diventa pianta, che produce il frutto. Senza questa cura il seme potrebbe non germogliare e, se germogliato in avverso contesto, rischia di diventare pianta cattiva e sterile.
Il nostro Santo Patrono ha saputo essere buon seminatore, attento custode del gregge e, insieme all’alto compito nel custodire e reggere la sposa di Cristo, ha saputo declinare questo suo amore verso ogni singola categoria di persone: dai poveri, agli ammalati nello spirito e nel corpo.
A tale proposito le varie tradizioni ci consegnano deliziosi affreschi sul suo apostolato di persona attenta a tutto e solidale non solo a parole ma soprattutto attraverso quella vicinanza che si trasforma, nel momento in cui viene applicata, in vero salutare balsamo
La tradizione poi ci consegna la particolare attenzione di san Valentino verso i giovani, cosa che sempre dovrebbe caratterizzare l’azione della società e della Chiesa.
Questa attenzione è esplicitata nella forma della donazione reciproca della coppia. Perciò chiediamo al nostro santo Patrono che i giovani attingano da lui le sane e virtù per crescere nell’amore autentico e nel reciproco rispetto e si impegnino attivamente per edificare un mondo di pace.
Affidiamo al nostro santo patrono tutti gli abitanti della nostra città affinché da lui illuminati e sorretti si possa essere attivi collaboratori nella costruzione del bene comune».
Al termine della celebrazione è stato nominato “Ambasciatore di San Valentino nel mondo” Leonardo Massa amministratore delegato di Msc Crociere, onorificenza conferita dal Centro Culturale Valentiniano e consegnata dal vescovo Soddu e dalla presidente del Consiglio Comunale di Terni Sara Francescangeli.