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San Venanzo, il Consiglio comunale approva un atto sull’ospedale di Pantalla

Il Consiglio comunale di San Venanzo ha approvato con i voti della maggioranza e quelli contrari dell’opposizione un atto nel quale impegna la giunta comunale “ad attivarsi presso tutti gli organi regionali e sanitari competenti per richiedere la modifica della delibera di giunta regionale n.1339 di dicembre 2023 che ha attuato la riorganizzazione della Rete Ospedaliera umbra”.

Il documento proposto dalla maggioranza avanza una serie di richieste da inserire nel prossimo Piano Sanitario Regionale, di seguito elencate:

“1) l’Ospedale di Pantalla deve superare la qualifica di Presidio di Base, per diventare un ospedale Dea I, affidando la gestione economico-finanziaria e sanitaria alla direzione generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia;

2) potenziare i servizi sanitari del distretto Ausl 1 Centro-Ovest, dove Pantalla possa fungere da centro di telemedicina, per integrare le attività sanitarie con il servizio dei medici di medicina generale e degli specialisti del territorio, così da incrementare anche l’assistenza domiciliare per i pazienti cronici. L’Ospedale di Pantalla già in piena emergenza Covid aveva ricevuto un grave colpo, con un sostanziale blocco delle attività; ora le legittime preoccupazioni sul futuro della sanità territoriale si concentrano sul riassetto dei distretti sanitari.

Per l’ospedale di Pantalla il “Provvedimento Generale di Programmazione della Rete Ospedaliera Regionale” si tradurrebbe in poche specialità attive (medicina generale, chirurgia generale programmata, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia con soli 4 posti letto) e molti servizi mancanti: punto nascita già chiuso, scomparsa della procreazione assistita, laboratorio analisi assente, posti letto di degenza cancellati per oncologia, emodialisi, urologia, gastroenterologia e chirurgia plastica, posti letto attivi solo per attività ambulatoriali. In considerazione del fatto che Pantalla nasce come riorganizzazione della rete ospedaliera, frutto dell’accorpamento dei due ospedali territoriali di Marsciano e Todi, è doveroso aspettarsi un potenziamento dei servizi e non un declassamento.

Le difficoltà dei cittadini sono sotto gli occhi di tutti. La presunta “razionalizzazione” del sistema sanitario locale produce difficoltà di accesso ai servizi sanitari, costringe i cittadini a rivolgersi alle prestazioni intra moenia o private – per chi può permettersele – e a lunghi viaggi a Branca e Città di Castello (ospedali Dea di I livello) con mezzi di soccorso o in autonomia. Oltre a perdere tempo e denaro, non possiamo permetterci che i cittadini perdano anche la speranza nell’articolo 32 della nostra Costituzione, che recita “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

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