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Lavoro in Umbria, 6mila 070 le assunzioni previste dalle imprese a gennaio, 26mila 320 gli avviamenti nel trimestre gennaio-marzo

Partono più lente a gennaio 2024 (e in controtendenza rispetto all’andamento nazionale), rispetto allo stesso mese del 2023, le assunzioni delle imprese in Umbria, ma poi il ritmo degli avviamenti al lavoro accelera e le previsioni degli avviamenti al lavoro per il trimestre gennaio-marzo 2024 superano quelle del 2023, riallineandosi con la media italiana. In Umbria resta molto alta la percentuale delle assunzioni considerate dalle aziende “di difficile reperimento” (53%, rispetto al 49,2% della media nazionale, il che significa che nella regione rischia di non venire coperto oltre un avviamento al lavoro su due), mentre le assunzioni offerte dalle imprese solo nel 29% dei casi sono stabili;  migliora (dall’11% al 14%) la quota di assunzioni destinate ai laureati, che tuttavia resta ben sotto la media nazionale (19%). Quanto alle imprese che prevedono di assumere, a gennaio 2024 sono il 13%, in aumento rispetto all’11% di gennaio 2023.

Sono alcuni degli elementi che emergono dai nuovi dati del Sistema Informativo Excelsior – curato da Unioncamere-Anpal – relativi alle previsioni di entrate al lavoro nel mese di maggio per quanto riguarda le imprese industriali e dei servizi.

Va ricordato che i dati del Sistema Informativo Excelsior si basano su un ampio e continuo monitoraggio del sistema imprenditoriale: ben 110mila le aziende coinvolte, che esprimono le proprie previsioni sulle chiamate al lavoro che prevedono di effettuare nei mesi successivi.

 

A gennaio 2024 in Umbria previste dalle imprese 6mila 070 assunzioni, numero che sale a 16mila 320 nel trimestre gennaio-marzo 2024. Le caratteristiche delle assunzioni nella regione.

In dettaglio, per gennaio 2024 le imprese della regione hanno programmato 6mila 070 assunzioni, meno delle 6mila 260 del 2013, in controtendenza rispetto al dato nazionale che registra invece un incremento. L’Umbria tuttavia recupera se si guarda al trimestre, che segna 16mila 120 previsioni di avviamenti al lavoro, 850 in più (+5,5%) rispetto allo stesso trimestre del 2013.

Quanto alle caratteristiche degli avviamenti al lavoro nella regione:

–          nel 29% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 71% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita);

–           si concentreranno per il 59% nel settore dei servizi e per il 61% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;

–          Il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (26%);

–           in 53 casi su 100 le imprese umbre prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati;

–          per una quota pari al 34% interesseranno giovani con meno di 30 anni;

–           per una quota pari al 19% le imprese prevedono di assumere personale immigrato;

–          il 14% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato;

–          le tre figure professionali più richieste concentreranno il 56% delle entrate complessive previste;

–          per una quota pari al 64% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore;

–          le imprese della regione che prevedono assunzioni sono pari al 13% del totale.

 

Le assunzioni previste nei principali settori di attività

Sul fronte dei settori economici, gli avviamenti al lavoro nella regione nel trimestre gennaio-marzo 2024 prevedono 2mila 240 chiamate nel commercio (+130 rispetto allo stesso trimestre 2013), 1.770 nei servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici (-160), 2mila 350 nelle costruzioni (+580), 1.830 nei servizi alle persone (+280) e 1.200 nei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (+150).

 

I profili richiesti

Queste le entrate al lavoro previste in Umbria per tipo di profilo: nel 35% dei casi operai specializzati e conduttori di impianti, nel 31% professioni commerciali e dei servizi, nel 15% dirigenti, specialisti e tecnici, nel 13% profili generici e nel 6% impiegati.

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