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Comunità Energetiche Rinnovabili, la chiave del successo è la presenza di un soggetto aggregatore di tipo imprenditoriale

Il successo di una Comunità Energetica Rinnovabile è tanto più probabile se c’è la presenza di un soggetto aggregatore di tipo imprenditoriale. Serve un’organizzazione equilibrata, che preveda la presenza di alcuni soggetti chiave, ma anche un salto culturale dei ‘consumer’, per cui l’energia va consumata il più possibile quando viene prodotta, cambiando quindi abitudini e timing dell’attività economica-produttiva.

Sono alcuni dei passaggi più interessanti emersi questa mattina nel secondo appuntamento organizzato dalla Camera di Commercio dell’Umbria e svolto questa mattina a Perugia presso il Centro Servizi camerale “Alessi” e dal titolo “La Transizione energetica tra efficienza e Comunità Energetiche Rinnovabili: FOCUS Umbria”. Un appuntamento che, di fatto, è stato il primo confronto diretto tra le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) dell’Umbria, nel quadro dell’impegno dell’Ente Camerale per avviare un’azione di sensibilizzazione su di esse.

Un evento, quello di stamani, che ha fatto seguito e completato il primo, avvenuto lo scorso 6 giugno, dal quale era emerso che le Comunità Energetiche Rinnovabili sono tra le chiavi di volta del modello umbro alla transizione genetica dell’Umbria. Oltre a questo, nell’appuntamento del 6 giugno scorso erano emerse questioni amministrative, organizzative, economiche e fiscali su cui era stato fatto il punto, rilevando opportunità ma anche criticità.

L’incontro di questa mattina – coordinato e condotto dal Segretario Generale delle Camera di Commercio dell’Umbria, Federico Sisti, ha visto protagoniste alcune delle Comunità energetiche già realizzate o in via di realizzazione in Umbria, portando esperienze concrete, valutandole sia per quanto riguarda i benefici sull’impatto ambientale, sia per quanto concerne i benefici reali dei partecipanti alle varie CER. Ed è emersa anche l’importanza di sostenere concretamente (strumenti, opportunità, strategie) le CER umbre, esprimendo apprezzamento per il “Bando per il sostegno alla realizzazione di studi di fattibilità delle Comunità Energetiche Rinnovabili”, lanciato dalla Camera di Commercio dell’Umbria con contributi a fondo perduto in regime di de minimis (2mila euro la spesa massima riconosciuta a ciascuna impresa).

Un momento prezioso, quello di stamani, perché le esperienze portate hanno descritto in maniera analitica i vari momenti del percorso di costituzione, realizzazione, gestione di una CER, mettendo in evidenza quanto sia importante una programmazione che veda la presenza di tutta una serie di soggetti, tra cui – fondamentale – quella di un soggetto aggregatore a carattere imprenditoriale. Esperienze riuscite, quelle presentate, tanto che varie CER stanno operando per duplicarsi o comunque allargarsi, come ad esempio la prima Comunità Energetica Rinnovabile nel Comune di Perugia in località Ponte Felcino, presentata dal Consigliere Delegato di Gesenu S.p.A., Giorgio Maurini, che ha annunciato come Gesenu sta operando per realizzare una seconda CER in località Ponte Rio, dove si trovano anche gli uffici dell’Azienda e dove c’è anche l’adesione alla CER di tutta una serie di imprese come ‘consumer’. O come la Comunità Energetica di via dei Partigiani, a Marsciano, illustrata da Luciano Zepparelli di Techne s.r.l., che sta operando per allargarsi, avviando nuove esperienze.

L’impegno del Comune di Assisi per il “Progetto di Assisi” sulla CER è stato presentato dall’assessore Veronica Cavallucci, che nell’illustrare l’iter e i passaggi che sta affrontando il Comune per arrivare alla CER ha rilevato l’entusiasmo delle imprese del comune per tale iniziativa.

Paolo Stranieri (Arpa Umbria), nel presentare il progetto CER di San Sisto a Perugia ha evidenziato l’importanza della governance di una CER e di tutta una catena di supporto che favorisca la nascita e l’organizzazione di una CER. In questo senso ha citato l’importanza del Protocollo d’intesa stipulato da Arpa Umbria con la Camera di Commercio dell’Umbria e quello con Comune di Perugia e Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Umbria.

La mattinata ha visto, dopo la presentazione delle Comunità Energetiche in Umbria, una Tavola Rotonda nell’ambito della quale la professoressa Linda Barelli del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, la quale ha messo in evidenza che la grande questione oggi non è quella di produrre energia, ma di conservarla, di accumularla. E qui è centrale l’attenzione verso gli impianti di accumulazione dell’energia.

Per la Regione Stefano Nodessi ha evidenziato, facendo riferimento alla la prima parte dell’appuntamento con le testimonianze concrete delle CER dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza, per il successo di una CER, di un aggregatore di tipo imprenditoriale, avvertendo che questa, piuttosto che quella di far svolgere questo compito i Comuni, è la strada da seguire.

Cristina Cipiccia di Intesa Sanpaolo ha fatto il punto sul ruolo delle banche nella partita CER, ribadendo l’attenzione degli istituti di credito e facendo il punto sugli strumenti finanziari già attuati dalle banche e rilevando poi che il ‘bonus’ riconosciuto per le CER nei comuni fino a 5mila abitanti è riconosciuto anche, nel ‘cratere’ comprendente i municipi del Centro Italia colpiti dal sisma del 2016, ai comuni sopra tale soglia.

Il Direttore Amministrativo di Arpa Umbria, Amedeo Di Filippo, ha ribadito come sia necessario che tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella questione CER facciano sistema, per avere il controllo della situazione, intervenire tempestivamente sulle criticità, scambiarsi informazioni e così via.

Antonio Romeo, Direttore di Dintec, ha messo in evidenza come le CER rappresentino la grandissima occasione per l’autosufficienza energetica nazionale e la decarbonizzazione. Ha affermato come ancora il quadro normativo non sia adeguato e servano maggiori certezze ma si è sulla strada giusta e va tenuto conto che sulla transizione energetica il PNRR mette cifre di grandissimo rilievo, nell’interesse del Paese, delle imprese e dei cittadini.

Gli interventi dei rappresentanti delle Associazioni di categoria si sono concentrati sulla questione delle normative non ancora perfezionate, quando non ancora attuate, avanzando tutta una serie di suggerimenti e di rilievi.

 

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