Imprenditore, presidente di una squadra di calcio, ha radio e un canale televisivo ed è appena diventato sindaco di Terni. Stefano Bandecchi è il nuovo Silvio Berlusconi? “Report”, in onda lunedì 5 giugno alle 21.20 su Rai 3 con Sigfrido Ranucci, racconta nell’inchiesta “Mister B” – firmata da Luca Bergtazzoni con la collaborazione di Marzia Amico la vicenda dell’università telematica Niccolò Cusano, di cui Bandecchi è fondatore e presidente del Consiglio di Amministrazione. La Guardia di Finanza ha sequestrato 20 milioni di euro all’ateneo per presunta evasione fiscale. L’università Niccolò Cusano avrebbe utilizzato i soldi provenienti dalle rette universitarie, e quindi esentasse, in attività prettamente commerciali: una di queste è la Ternana calcio. Partendo dalla ricostruzione dell’inchiesta della magistratura, il racconto si sviluppa analizzando il fenomeno delle università telematiche, una realtà sempre più consolidata in Italia, mostra il loro funzionamento e la loro nascita nel 2006, quando furono autorizzate dall’allora Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti.
“Pecunia olet” di Giulio Valesini e Cataldo Cicolella con la collaborazione di Edoardo Garibaldi e Alessia Pelagaggi (con le immagini di Paolo Palermo, Paco Sannino, Alfredo Farina e il montaggio di Michele Ventrone) ricorda come anche l’Italia, nel 2016, sotto il governo Renzi, abbia lanciato il suo programma di visti in cambio di investimenti. Un modo per attirare i paperoni del mondo e i loro capitali nel nostro Paese offrendogli due anni di permesso di soggiorno rinnovabili e un regime fiscale vantaggioso. Nel 2020 poi il governo Conte II ha abbassato la soglia di denaro da investire sulle nostre aziende, fino a un minimo di 250 mila euro, e allora il programma è diventato fra i più gettonati al mondo. Ma come vengono fatti i controlli sugli imprenditori che portano il loro denaro in Italia? Il servizio racconterà un caso che desta alcuni dubbi.
Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi propone, invece, “Insicurezza sul lavoro”: all’interno degli stabilimenti Inalca del gruppo Cremonini, l’Inail ha riconosciuto a 35 lavoratori malattie professionali dovute alla modalità di lavorazione del disosso della carne. Ma secondo le testimonianze di lavoratori e alcuni sindacati la situazione sarebbe ancora più grave. Anche l’Ats di Milano è intervenuta con prescrizioni che prevedono più pause e ritmi meno elevati. I sindacati Cgil e Usb denunciano un rapporto difficile con l’azienda in ambito sicurezza e le prescrizioni dell’Ats non basterebbero a evitare malattie muscolo-scheletriche ai lavoratori. “Report” ha intervistato un medico del lavoro dell’Ats oggi in pensione, che aveva effettuato un controllo all’interno dell’azienda del gruppo Cremonini per verificare il nesso con il lavoro svolto e 6 casi di malattie e lesioni agli arti. Racconta il suo stupore sia sulla metodologia del lavoro che nel rilevare che all’interno c’erano stati altri 60 casi di patologie simili.
Si chiude con “Non è una regione per disabili” di Chiara De Luca con la collaborazione di Lidia Galeazzo, che racconta quali sono le problematiche affrontate dai disabili in Liguria: dalle liste di attesa per le cure dei bambini con spettro autistico e disturbi del neuro sviluppo, all’erogazione della 104, all’iscrizione scolastica, fino ai parcheggi su corso Italia, a Genova. Secondo la Corte dei conti la Liguria è il fanalino di coda tra le regioni del Nord Italia con riferimento all’utilizzo dei fondi per le strutture semi-residenziali per persone disabili. Una mancanza di visione e di programmazione economica che alla fine lascia indietro i più deboli.
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