La Regione Umbria vuole vendere una parte consistente del patrimonio immobiliare pubblico che amministra. Come i 20 casolari, con i fondi rurali relativi, sul Monte Peglia nel comune di San Venanzo attraverso un’asta pubblica riconoscendo un diritto di prelazione agli attuali concessionari. Ovvero attività agricole a conduzione familiare che sono parte integrante della comunità, contribuendo a contrastare il declino demografico di queste zone e a tutelare e valorizzare questo territorio montano. I concessionari sarebbero messi davanti ad una scelta: l’acquisto o l’abbandono forzato dell’azienda. Quando nel secondo dopoguerra è cominciato l’abbandono delle aree rurali del Monte Peglia, c’erano circa 140 casolari. Oggi, quelli che non sono ruderi, sono quelli abitati, custoditi e tenuti vivi dalle attività produttive dei concessionari dei casolari. Pur di restare, questi imprenditori agricoli, negli anni hanno fatto ricorso a rimesse familiari e a lavoro esterno, e ora non sono in condizione di esercitare il diritto di prelazione.
Viviamo in un momento critico su diversi fronti e dove l’Europa stessa ci ricorda il rischio, anche a causa dei cambiamenti climatici, della sicurezza alimentare. Al centro del dibattito c’è la volontà di modificare la tipologia degli allevamenti, passando da quelli intensivi, altamente inquinanti, verso quelli sostenibili. Come la tipologia di allevamento che troviamo nei terreni del Monte Peglia e che dovrebbe essere premiata e sostenuta.
Di fronte a tutto questo e all’urgenza dettata anche dai bisogni energetici, la Regione Umbria intende privatizzare questi terreni lasciando ampio spazio ad azioni di speculazioni da parte di coloro che nulla hanno a che fare con il presidio del territorio, con l’agricoltura utile e sostenibile e ben inserita in una comunità locale.
A gennaio, sulla questione, abbiamo richiesto un incontro urgente con la presidente Tesei e il vicepresidente Morroni, ma non c’è mai stata data risposta. Ora crediamo sia arrivato il momento di tornare a chiedere un incontro con chi governa la Regione invitandoli ad ascoltare chi, per anni, ha promosso e valorizzato un progetto di sviluppo economico e sociale in un territorio pieno di difficoltà, ma grazie alla comunità rappresentato da chi lo vive, ricco al contempo di opportunità”.
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