Alle 01.00 circa di domenica 24 aprile, la Polizia di Stato è intervenuta in un condominio del centro, dove un cittadino ternano aveva segnalato al numero d’emergenza che il figlio 23enne, in preda ad una crisi di agitazione psicomotoria, stava tentando di sfondare la porta della sua abitazione e minacciava di volerlo uccidere.
All’arrivo della Squadra Volante, le minacce e le urla del giovane che intimava al padre di aprirgli la porta si sentivano fin dalla strada e il portone in vetro del condominio era in frantumi. Gli equipaggi impegnati nel servizio di ordine pubblico interforze, disposto dal Questore di Terni per garantire una Movida sicura, sono intervenuti in ausilio delle Volanti e il giovane, alla vista di personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ha assunto un atteggiamento oppositivo, oltraggioso, non disponibile al dialogo ed aggressivo, tentando anche di colpire un agente della Volante con una testata, e a quel punto è stato necessario immobilizzarlo e arrestarlo.
Questa fase si è rivelata difficoltosa, dato che il ragazzo si è opposto con tutte le sue forze. scalciando, divincolandosi, con l’intento di colpire i pubblici ufficiali, ed anche quando è stato ammanettato ha continuato a dimenarsi, procurando a tre agenti della Squadra Volante lesioni personali guaribili in 7 giorni e ad un militare della Guardia di Finanza lesioni con prognosi di 21 giorni, salvo complicazioni.
E’ stato accertato che il motivo della rabbia e delle minacce nei confronti del padre era da ricondursi al fatto che due giorni prima il personale della Squadra Mobile lo aveva sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento al genitore, alla sua abitazione, ai luoghi da egli abitualmente frequentati e del divieto di comunicare con il predetto attraverso qualsiasi mezzo ed anche per interposta persona, misura che gli era stata applicata dal G.I.P. del Tribunale di Terni, in quanto ritenuto responsabile del reato di atti persecutori.
In considerazione dello stato di agitazione psicomotoria, l’arrestato è stato scortato al Pronto Soccorso, dove è stato trattato per aver abusato di sostanze e, una volta dimesso, è stato portato nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari, dove dovrà permanere fino alla fissazione dell’udienza di convalida e del rito direttissimo: dovrà rispondere al Tribunale di Terni dei reati di violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento, di resistenza e di lesioni aggravate a Pubblici Ufficiali.