Un edificio confiscato alla mafia trasformato in struttura residenziale a canone concordato per fronteggiare lo spopolamento del centro storico. E’ l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Acquasparta, presentata dal sindaco Giovanni Montani, nel corso dell’audizione dell’osservatorio regionale antimafia, a Palazzo Cesaroni in consiglio regionale. “La palazzina – ha informato Montani – era stata confiscata ad un clan siciliano.
Ci sono state inizialmente difficoltà urbanistiche da superare, dato che il progetto prevedeva il coinvolgimento di vari livelli istituzionali. Collaborando con Ater – ha sottolineato il sindaco – abbiamo scelto di destinare quell’edificio all’edilizia residenziale pubblica a canone concordato per fronteggiare lo spopolamento del borgo. È stato determinante il lavoro dell’osservatorio e della commissione regionale antimafia che ha consentito di superare i problemi burocratici sorti.
A maggio – ha poi annunciato Montani – partiremo con i lavori di sistemazione della palazzina e il 20 aprile Acquasparta riceverà un riconoscimento dall’associazione “Nel nome del rispetto” per tutte le iniziative messe in campo al fine di sostenere la cultura della legalità”.
L’iniziativa dell’amministrazione rientra nell’ambito dell’utilizzo e della valorizzazione dei beni confiscati alla mafia e assegnati ai Comuni di Acquasparta e Pietralunga. A tale proposito il presidente dell’osservatorio regionale, Walter Cardinali, ha evidenziato la necessità di “dare un segnale concreto di riutilizzo di questi beni per essere più credibili e creare anticorpi nella società contro le infiltrazioni criminali”.
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