I risultati del sequenziamento effettuati la settimana scorsa dal Laboratorio di riferimento regionale dell’Azienda ospedaliera di Perugia e ottenuti sabato 21 gennaio, hanno evidenziato anche in Umbria i primi 3 casi di infezione del sotto-lignaggio XBB.1.5 (la cosiddetta “Kraken”) e due casi del sotto-lignaggio CH.1.1 (la cosiddetta “Orthrus”). Si tratta di sotto-lignaggi – spiegano i ricercatori – che derivano dalla variante Omicron BA.2 già diffuse in USA e molti altri paesi europei.
I casi individuati appartengono sia ai distretti di USL Umbria 1 che di Usl Umbria 2. Dei soggetti con infezione da Kraken nessuno è ricoverato, uno non è vaccinato e due sono vaccinati con sole 3 dosi.
I due soggetti con Orthrus sono entrambi anziani, vaccinati con 3 o 4 dosi e uno dei due (3 dosi, molto anziano) è ricoverato.
Nell’ultima indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, del 10 gennaio, a cui l’Umbria come sempre ha partecipato, Kraken e Orthrus erano risultate in crescita a livello nazionale (Kraken 12 casi vs 1 della indagine precedente e Orthrus 2.6% vs. 1.0%).
La variante XBB.1.5, caratterizzata dalla mutazione addizionale S486P nella proteina spike, ha mostrato un importante vantaggio di diffusione negli Stati Uniti rispetto alle varianti circolanti, ma al momento non ci sono evidenze correlabili ad una maggior severità della infezione.
Anche per la variante CH.1.1, stime preliminari condotte nel Regno Unito hanno evidenziato un vantaggio di crescita rispetto alla variante Omicron BA.5 sotto-lignaggio BQ.1.1 (Cerberus), fino ad oggi prevalente in Italia e in Umbria.
Foto: RietiLife ©