: linea nuova treni vecchi? crescono alberi sulle tratte chiuse da cinque anni? le scoperte dell’acqua calda. consultare l’ansfisa. l basta capire di cosa si parla e perché
(aun) – Perugia, 23 gen. 023 – “La situazione in cui versava la FCU quando si è insediata la Giunta Tesei era esattamente quella che appare da alcune descrizioni di qualche giornalista che, ignorando completamente le centinaia di articoli apparsi in questi tre anni, non sembra avere la minima cognizione dei problemi trattati, del lavoro svolto con idee chiare ed un impegno fuori del comune per conseguire risultati importanti su procedure estremamente complesse in cui il candore del viaggiatore a cui piace apparire sprovveduto non consente al lettore di comprendere il percorso fatto e soprattutto cosa sta per avvenire. A maggior ragione se lo stesso ignora l’esistenza dell’ANSFISA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali che, in assenza della nuova tecnologia ERTMS, fatta progettare da noi per la FCU, finanziata ed in fase di concretizzazione materiale, impedisce ai treni di procedere alla velocità precedente, ma di cui sono perfettamente capaci, salvo consumare più carburante”. È quanto tiene a precisare l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche.
“I treni vecchi a gasolio non c’entrano quindi per nulla con la lentezza degli attuali servizi – sottolinea – perché potrebbero andare benissimo a 100 km all’ora se l’ANSFISA lo consentisse. Ma appare chiaro che il candore di certi viaggiatori da Grand Tour, all’epoca si andava in carrozza o a dorso d’asino, ha l’obiettivo di vedere il bicchiere a tutti i costi mezzo vuoto”.
“Allora – prosegue – si inventano topi fra i binari, come se tutti i topi di Perugia siano finiti improvvisamente alla stazione di Sant’Anna, si osserva uno sbandato che, udite, udite, va a dormire dentro la sala d’attesa, come se questo non accadesse un po’ ovunque, si enumerano i pochi viaggiatori che all’alba partono da Perugia per andare a Città di Castello, quando tutti fanno il percorso contrario, si contano gli alberelli che da Ponte San Giovanni a Terni sono nel frattempo cresciuti sui binari, binari che devono essere completamente tolti ed altre amenità del genere”.
“Come se per la tratta sud, chiusa cinque anni fa, non stessimo lavorando – evidenzia l’assessore – per eliminare l’intero armamento, massicciata compresa, per riaprirla, a norma UNI 60, e nessuno ha interesse a rasarla tre volte l’anno come un prato inglese, due anni prima dell’inizio dei lavori. Quando poi si raccolgono le osservazioni preoccupate di un assessore di una delle giunte rosse che hanno amministrato Perugia nei decenni che furono, il quale rileva con tanto di nome scientifico che le piante che crescono sui binari sono infestanti, allora l’ilarità si trasforma in una risata irrefrenabile”.
“Il viaggiatore incantato – prosegue Melasecche – descrive poi l’ultima vecchia stazione di Sansepolcro, in terra di Toscana, come fosse un girone dantesco”.
“Siamo seri. Gli umbri – afferma – hanno bisogno di essere informati in modo corretto su quanto fanno i singoli assessori, se gestiscono managerialmente le deleghe assegnate. Se poi per ben altre ragioni il bicchiere che si sta riempiendo con forte impegno lo si deve vedere improvvisamente comunque sempre mezzo vuoto allora il dubbio che sorge in ogni cittadino che legge è il cui prodest? Perché questa narrazione diventa improvvisamente tragicomica? Quella che enumera i topi e misura l’altezza degli alberelli?”.
“La verità – rimarca – è che il bicchiere mezzo pieno lo stiamo riempiendo con grande serietà ogni giorno che passa. Come? Reperendo ingenti finanziamenti che non c’erano, attivando quelli che c’erano ma non erano disponibili, provvedendo a rendicontare al Ministero lavori di quindici anni, mai fatto prima di noi, completando lavori infrastrutturali e tecnologici che dovevano essere conclusi dieci anni fa, mettendo in sicurezza ponti, viadotti e gallerie in base ad una normativa molto stringente e cambiata da anni, dove le precedenti amministrazioni non sono state in grado di toccare palla”.
“Abbiamo anche migliorato di ben 23 minuti le corse c.d. veloci da Città di Castello a Perugia, quelle più frequentate – ricorda -, ma il viaggiatore disattento non lo sa e salendo all’alba, viaggia in senso contrario ai pendolari della mattina, descrivendo i tempi biblici che entro alcuni mesi saranno un lontano ricordo. Siamo inoltre riusciti, dopo non poche peripezie – aggiunge – , ad ottenere l’ordinanza per chiudere vari passaggi a livello per completare i lavori alla stazione di Ponte San Giovanni, oggi irriconoscibile rispetto alla stazioncina di periferia di pochi anni fa e che sta diventando uno dei nodi ferroviari più importanti dell’Umbria”.
“Non solo, stiamo ottenendo – continua Melasecche – di poter rimettere in funzione i quattro Minuetto ereditati in abbandono ad Umbertide rigenerandoli a Foligno, con enormi vantaggi per le nostre OMC, Officine per la Manutenzione Ciclica, il tutto per attivare la linea elettrica inutilizzata da sempre”.
“Stiamo cioè facendo miracoli – ribadisce l’assessore -, con due anni ed oltre di pandemia in cui tutto si è fermato, con un incremento dei prezzi così alto e repentino che non se ne ricorda a memoria d’uomo”.
“Ma al giornalista incantato non bastano i grandi e piccoli miracoli che abbiamo fatto, vuole altro. Lo spieghi allora – dice – agli umbri alla luce del sole, perché onestà intellettuale vuole che il mestiere del giornalista è cosa seria e da che mondo e mondo le notizie gli umbri le leggono, ma sanno anche interpretarle. È dovuto il massimo rispetto al giornalista che lavora, ma anche al pubblico amministratore che fa il proprio dovere, con la schiena diritta, nell’unico, solo interesse di servire al meglio i propri concittadini”.
“Se non bastano i miracoli che stiamo facendo – conclude Melasecche – allora consigliamo una novena a San Costanzo, tra pochi giorni ne ricorre la festa nel capoluogo umbro, perché faccia tornare la memoria e soprattutto una informazione completa ed obiettiva. Ne va della credibilità di chi scrive certe cronache da Topolandia, perché ognuno di noi viene giudicato, gli amministratori alle prossime elezioni, i quotidiani all’edicola”.