(da Il Mattino) «Già» è l’iniziale del nome di Gianluca Bidognetti che si lascia sfuggire Vincenzo D’Angelo (conosciuto dal clan come biscottino) durante una conversazione con alcuni affiliati: da qui, viene fuori che Gianluca, il figlio del boss Francesco «Cicciotto e’ mezzanotte», utilizzava in carcere un telefono cellulare. È questa l’ipotesi della Procura di Napoli (Dda) che emerge dall’ordinanza eseguita oggi. I sospetti dei magistrati, per la verità, trovano riscontro quando, il 29 gennaio del 2021, il rampollo dei Bidognetti viene trovato in possesso di un cellulare nella sua cella del carcere di Terni. Grazie a questo ritrovamento, poi, viene a galla anche un’altra circostanza: nasce da un litigio per bambini il progetto di agguato ideato da Gianluca Bidognetti, 34enne ultimogenito del capoclan dei Casalesi, Bidognetti senior, arrestato insieme alle sorelle Katia e Teresa, ai cognati e ad altre trentadue persone per associazione camorristica, estorsione, usura, spaccio di droga, ricettazione. Un agguato che per gli inquirenti sarebbe stato ordinato ma non eseguito quasi in extremis. Nell’ordinanza di arresto firmata dal gip di Napoli Isabella Iaselli, si parla del litigio tra il figlio piccolo di Katia e un bimbo figlio di una persona imparentata con un altro esponente storico del clan, Emilio Martinelli, in cui il secondo dice al primo: «Sei una famiglia di falliti, non siete più nessuno … a me a casa mia il più poco tiene quattro ergastoli». (continua a leggere su Il Mattino)
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