“I 18.000 firmatari della petizione rivolta alla presidente Tesei, pretendono le dimissioni dell’assessore Coletto o, in mancanza di questo gesto minimo di opportunità, la presidente avochi a se le deleghe alla Sanità” è la reazione del Centro coordinamento Ternana Club al “no” della conferenza di servizi al progetto stadio-clinica, secondo quanto riportato da La Nazione.
Il CcTc attacca: “Inizino, lui (l’assessore Coletto, ndr) e la Giunta il riequilibrio del Piano sanitario regionale che tenga conto del principio di prossimità, della regola dei 60 posti minimi previsti per le cliniche, del principio della specializzazione unica per ciascuna di esse e del rispetto dei requisiti minimi previsti dalla legge. Nella conferenza dei servizi l’unico parere contrario è risultato il suo (dell’assessore Coletto, ndr) mentre quelli di tutti gli altri compartimenti e uffici regionali e statali sono stati tutti positivi. Se a tutto ciò poi aggiungiamo che la realizzazione degli unici ospedali vecchi, obsoleti e insicuri quali il Santa Maria e quello NarniAmelia sembrasi essersi persa nel porto delle nebbie, la misura non può essere che colma”.
“Sollecitiamo anche il presidente del Consiglio regionale Marco Squarta – continua il Centro coordinamento dei club –, che già si è espresso sulle problematiche della Sanità umbra, alla costituzione di una commissione d’inchiesta che analizzi la situazione della Sanità nella nostra regione alla fine del 2019 confrontandola con l’attuale”.
“Siamo altrettanto nauseati dalla completa latitanza di chi a livello locale, al posto nostro e a pieno titolo, doveva e dovrebbe rappresentare, tutelare, salvaguardare e promuovere gli interessi del territorio. Ricordiamo agli smemorati che la Conferenza dei Servizi in regione è durata sei mesi nel corso dei quali a Terni si è assistito al ‘festival del nulla‘ delle istituzioni e delle rappresentanze locali, tutti sono rimasti ben nascosti senza mai mettere fuori la testa! Dove erano il sindaco e la sua maggioranza, le opposizioni, le associazioni di categoria, gli ordini professionali sanitari i sindacati, il settore bancario e la Fondazione Carit? La città è ormai stanca di logiche corporative che in questi anni non hanno promosso lo sviluppo e l’interesse della comunità ma solo dei suoi ristretti gruppi di potere. Il progetto stadioclinica è solo la punta di un iceberg e la Ternana la sua bandiera identitaria che dimostra in maniera incontrovertibile che i bisogni di questa città sono quelli che inseguono una visione di rinascita, di unità su progetti che possano accendere una speranza di futuro”.
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