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La guerra ferma Lorenzo Barone e il suo viaggio dall’Africa alla Russia

Lo aveva annunciato lo scorso 4 ottobre: “Si torna a casa”.
“Voglio chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a prendere questa difficile decisione.
Nei mesi passati ho attraversato l’Etiopia dove c’è la guerra civile, sono scappato dalla polizia Egiziana, ho attraversato diverse zone rosse in Africa come il Nord del Kenya e il confine con il Congo in Tanzania, ho rischiato di prendermi la malaria in Uganda dove c’è il più alto numero di casi al mondo e sono già entrato due volte in Russia questa estate. Ma allora, perché mi sono dovuto fermare proprio ora?
Prendendo per scontato che sappiate tutti cosa sta accadendo questi giorni in Russia, vi spiego quali sono i rischi e i problemi del pedalare migliaia di chilometri nell’estremo Est della Russia.
Il viaggio prevede l’attraversamento della Chukotka, una regione chiusa anche per i cittadini russi a causa della presenza di basi militari. Per entrarci ho bisogno di un permesso speciale che forse riuscirei ad ottenere in condizioni normali. Attualmente non sembra possibile ottenerlo, quindi avrei dovuto comunque sospendere il progetto.
In Russia è un periodo caldo con proteste, arresti, decine di migliaia di persone che lasciano il paese e centinaia di migliaia di civili arruolati nell’esercito. Essendo un occidentale potrei essere facilmente preso di mira dalle autorità nei villaggi o da eventuali abitanti che non gradiscono la mia presenza. Se venissi accusato di qualunque attività illegale, rischierei di avere conseguenze serie, anche non avendo fatto nulla. Charlie Walker per esempio è stato recentemente arrestato a Yakutsk per un mese e poi bannato dal paese per 5 anni mentre sciava trainando una slitta sull’Artico in Yakutia. Non è una delle esperienze che sogno di vivere.
Data l’affluenza di massa dei russi che lasciano il paese e della situazione che sta peggiorando rapidamente, potrebbero chiudere le frontiere in ogni momento. Mi troverei quindi bloccato in Russia per un tempo indeterminato come durante la pandemia.
Quasi tutte le ambasciate dei vari paesi stanno fortemente consigliando ai propri cittadini di abbandonare immediatamente la Russia. Nel mio caso l’ambasciata italiana mi ha detto che se mi dovesse succedere qualcosa non può fare praticamente nulla per aiutarmi.
Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali ho deciso di rimandare a tempi migliori l’ultima parte del viaggio. Andare in aereo o in macchina a visitare le città non sarebbe stato un problema ma pedalare per mesi da solo in zone remote è completamente diverso.
Non nascondo che mi è rimasto l’amaro in bocca nel sospendere il progetto dopo 20,733 km e 221 giorni di viaggio. Mi sono promesso però che tornerò a completare il progetto, anche questo inverno se la situazione dovesse migliorare.
In caso contrario, sto già studiando e preparando un’avventura alternativa.
Quando sono tornato in Italia dopo 227 giorni attraverso l’Africa e l’Asia – continua – credevo di provare la forte sensazione di essere finalmente a casa, al contrario non ero a mio agio. Mi sembrava tutto strano, il traffico, le città, la valuta in euro, le scritte, i negozi, i treni, ma anche semplicemente ascoltare le persone parlare in italiano, erano cose alle quali non ero più abituato.
Ora sono a casa e la mia mente continua a immaginare nuove avventure in giro per il mondo: le Americhe, l’Australia, la Papua Guinea, la costa Ovest dell’Africa, la Groenlandia, dei viaggi in Kayak, con gli sci, in zattera, a piedi con lo zaino, in alpinismo e così via. Con il passare del tempo però è sempre più difficile trovare l’ispirazione giusta.
Forse, dopo l’esperienza vissuta, devo sfruttare questo momento per prendere una pausa, riflettere su me stesso e su ciò che realmente voglio, senza per forza andare alla ricerca dell’avventura più difficile o più bella ma al contrario ricominciare ad apprezzare le piccole cose.
L’unico progetto che sento davvero di voler terminare è quello che stavo realizzando. Tornare quindi in Mongolia, rientrare in Russia e attraversare la regione della Chukotka fino a Cape Dezhnev rimane la mia priorità.
Nel frattempo ho scaricato dalla GoPro i filmati di questo viaggio e ieri per la prima volta sono stati proiettati ad un incontro con il comune e le scuole di Montecastrilli.
Nelle prossime settimane sarò in varie città italiane dove racconterò l’esperienza vissuta mostrando i filmati e le foto inedite a chiunque sarà presente. Nei prossimi giorni pubblicherò nelle storie di Instagram e Facebook date, orari e luoghi”.
Foto: TerniLife ©
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