Facendo seguito all’incontro sul trasporto pubblico locale che si è svolto il 25 luglio, tra la presidente della Regione Umbria, l’assessore regionale ai trasporti e le Organizzazioni Sindacali umbre del comparto TPL ed alla nota delle stesse Organizzazioni sindacali, riceviamo e pubblichiamo la risposta dell’Assessorato regionale ai trasporti.
“L’incontro di ieri è stato caratterizzato da uno sciopero in atto, proprio nell’orario da tempo stabilito per il confronto con la Regione: una modalità molto singolare e una prova muscolare inopportuna prima ancora di chiarire quanto l’Assessorato sta facendo per conseguire gli obiettivi di legislatura.
A comprova di tutto ciò il comunicato stampa dei Sindacati che hanno mostrato un livello di ingenuità amministrativa disarmante. Tutte le organizzazioni presenti hanno criticato aspramente l’orientamento dell’Amministrazione Regionale, peraltro ancora da decidere formalmente, di andare verso quattro lotti di servizi nella regione Umbria per la gara in corso di predisposizione dopo molti anni di confusione ed irregolarità. I sindacati hanno evidenziato che l’unica soluzione da loro sostenuta per la gara è quella che prevede un unico lotto per l’intera regione e che i 4 lotti su cui si sta orientando la Regione porterebbero ad un incremento dei costi ed un caos organizzativo del trasporto regionale, tornando indietro di un decennio alla situazione che vedeva operanti quattro imprese pubbliche.
Purtroppo – afferma la nota dell’assessorato – queste posizioni mostrano uno scarso livello di approfondimento giuridico della materia; il lotto unico non solo è già stato oggetto di un pronunciamento sfavorevole da parte dell’Autorità per la concorrenza ed il mercato, che lo ha espressamente escluso in una corrispondenza con la Regione Umbria già diversi anni or sono, ma è sostanzialmente vietato dalla normativa di settore.
Il DL 50/2017 prevede che “ai fini dello svolgimento delle procedure di scelta del contraente per i servizi di trasporto locale e regionale, gli enti affidanti, con l’obiettivo di promuovere la più ampia partecipazione alle medesime, articolano i bacini di mobilità in più lotti, oggetto di procedure di gara e di contratti di servizio, tenuto conto delle caratteristiche della domanda e salvo eccezioni motivate da economie di scala proprie di ciascuna modalità e da altre ragioni di efficienza economica”.
“La Delibera ART 48/2017 (precedente al DL 50/2017) prevede che “al fine di favorire la più ampia partecipazione degli operatori, in condizioni di efficienza, il lotto dei servizi di trasporto da affidare in regime di esclusiva è individuato analizzando la dimensione minima ottimale di produzione del servizio, alla quale conseguono economie di scala e di densità da parte degli operatori ed il numero di concorrenti che possono partecipare alle procedure di affidamento”. “Il lotto da affidare non dovrebbe coincidere con un intero Bacino di mobilità”.
È evidente pertanto che le esternazioni su questo punto sono di fatto dichiarazioni “di pancia” che non tengono minimamente conto dei vincoli giuridici, e che porterebbero all’ingessamento delle procedure esponendo l’Amministrazione ad infiniti ricorsi amministrativi, bloccando così l’azione di risanamento, razionalizzazione e forte modernizzazione dell’intero settore cui la giunta sta dedicando notevoli energie con risultati peraltro riconosciuti dagli stessi sindacati.
Anche la dichiarazione che i 4 lotti porterebbero a maggiori costi ed a minor efficienza è del tutto priva di fondamento giuridico: evidentemente le OO.SS. ignorano i contenuti del DM n. 157 del 28 marzo 2018 (c.d. Decreto costi standard) che lega dimensioni dei lotti e costi di esercizio secondo una legge empirica, corrispondente alla regressione lineare dei contratti di settore italiani, per la quale il costo minore si ha per lotti di dimensione di 4 milioni di Km/anno, che poi risale verso valori più alti sia al crescere che al diminuire di tale valore. Il lotto unico pertanto, oltre a non essere tecnicamente e giuridicamente procedibile, corrisponderebbe, così come due lotti, al massimo dei costi possibili per la Regione, ipotesi che non vogliamo credere che i sindacati possano volere, tenendo conto della situazione disastrosa in cui versava da lustri il settore, stracolmo di debiti fino ad obbligare le passate amministrazioni alla privatizzazione della gestione sia della gomma che del ferro.
L’opzione su cui invece l’Amministrazione sta lavorando, con 4 lotti, riduce i costi complessivi della gara di circa 13 milioni di euro, di cui 10 a favore della Regione e 3 degli Enti locali che finanziano i servizi aggiuntivi e rende possibile mantenere lo stesso livello delle percorrenze attuali, anziché ridurre ulteriormente i Km da mettere a gara, pur rappresentando una sfida difficilissima per il reperimento delle risorse necessarie.
Il ragionamento dei sindacati appare fin troppo chiaro e può essere sintetizzato in una domanda: perché ridurre le percorrenze a disposizione dei cittadini, diminuendo i servizi pur di mantenere ampi margini economici ai propri datori di lavoro piuttosto che asciugare gli utili aziendali a tutto vantaggio del servizio pubblico? Nel passato ha prevalso una certa cultura che ha privilegiato gli interessi settoriali rispetto a quelli generali con le conseguenze che purtroppo abbiamo dovuto constatare ed a cui con fatica stiamo cerchiamo di rimediare”.
Questa Amministrazione – conclude la nota dell’assessorato regionale non può seguire quelle logiche ma deve viceversa accelerare, per quanto sarà possibile, tutte le procedure per arrivare ad un miglioramento della qualità del servizio e ad una razionalizzazione dei costi. Nell’interesse di tutti gli umbri ma, nel medio termine, anche degli stessi lavoratori”.