“Le 27 modifiche normative in soli 9 mesi, sugli incentivi in edilizia stanno bloccando definitivamente i lavori di riqualificazione degli edifici e di fatto tagliando fuori oltre il 90% delle imprese delle imprese del settore, soprattutto quelle Artigiane”.
Il presidente regionale Anaepa-Confartigianato Umbria, Pierangelo Lanini, ribadisce con forza quanto, il messaggio che le più rappresentative Associazioni Artigiane, stanno cercando di far comprendere al Governo e all’opinione pubblica e cioè che ormai le imprese rischiano di fallire con una montagna di crediti certificati nei propri cassetti fiscali.
A compendio di un quadro economico del genere, è arrivata l’approvazione della norma che ha previsto l’obbligatorio possesso delle attestazioni SOA per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516 mila euro, anche per le imprese che operano in subappalto, provocando ulteriore disorientamento tra imprese e cittadini.
Sono circa 23.000 in Italia le imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA, a fronte di circa 500.000 imprese nel comparto delle costruzioni. Questa norma premia esclusivamente le imprese più grandi e chi può gestire la complessità burocratica, invece di chi vanta una lunga tradizione del “saper fare”, riconosciuta dai clienti e dal mercato.
L’obbligo della Certificazione SOA, è stato approvato sul presupposto di garantire sicurezza, trasparenza e qualità nella esecuzione dei lavori, che sono dei principi da sempre ampiamente condivisi, ma la soluzione adottata è del tutto inappropriata, dice Pierangelo Lanini e sottolineiamo
che i fenomeni di illegalità non si contrastano con il possesso della SOA, ma con l’introduzione di un serio sistema di verifica dei requisiti di accesso al mercato che da anni le nostre organizzazioni chiedono attraverso una legge di regolamentazione del settore dell’edilizia e con altri strumenti che, nel tempo, sono stati introdotti, come il DURC, la congruità, l’intensificazione dei controlli.
Riteniamo che le Certificazioni SOA siano una vera e propria barriera anticoncorrenziale di ingresso al mercato, che favorisce chi ne è già in possesso e penalizza imprese Artigiane che hanno da sempre fatto della legalità e del saper lavorare a regola d’arte la loro bandiera.
Per questo motivo Confartigianato Imprese Umbria ribadisce con forza il messaggio che le principali Confederazioni Nazionali dell’ Artigianato ( Confartigianato, CNA e Casartigiani ) in rappresentanza di oltre 1.500.000 di Aziende, stanno lanciando in questi giorni sulla cancellazione della norma sull’ obbligo SOA ( art.10 bis del DL n.21/2022) e cerca di amplificare un grido di allarme per un rapido intervento che salvi un’idea vincente di riqualificazione green del Paese che rischia di naufragare nel mare della burocrazia. Ma non sono soltanto le SOA a mettere in crisi il mercato delle riqualificazioni edilizie.
Il sistema della cessione dei crediti di imposta è di fatto bloccato dalla stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari, ritiratisi dagli acquisti, con il grave effetto che le imprese si trovano nell’estrema difficoltà di recuperare crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti, ma con la certezza di dover pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, portando l’intero settore sull’orlo del precipizio, con la moltiplicazione dei casi di fallimento, che potrebbe coinvolgere, secondo le nostre stime, oltre 33.000 imprese e 150.000 lavoratori.
Eppure, i dati ISTAT certificano il ruolo di motore trainante della ripresa post-pandemia del settore delle costruzioni. Il rimbalzo del PIL nel 2021 ha beneficiato della spinta propulsiva del settore delle costruzioni, sorretto dalla domanda incentivata dei bonus in edilizia. A questo si aggiunge il recupero della domanda di lavoro, che è interamente sostenuta dall’edilizia, l’unico comparto che nei primi tre trimestri del 2021 ha registrato un aumento (+13,3%) delle ore lavorate rispetto allo stesso periodo pre-pandemia.
Un settore fondamentale, quindi, per la ripresa economica e per la tenuta del sistema, che, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, ha giocato un ruolo assolutamente anticiclico.
I bonus avrebbero potuto essere l’unico efficace volano per la ripartenza post Covid dell’economia, ma si sono rivelati un boomerang, per un atteggiamento ondivago del decisore pubblico che all’inizio ha generato un’enorme aspettativa nei cittadini e nelle imprese del settore, per poi fare marcia indietro, depotenziando, con continui interventi, lo strumento e la sua efficacia.
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