L’immediata apertura di un confronto vero e costruttivo, responsabile e collaborativo, con le diverse stazioni appaltanti, a partire da Anas, e soprattutto con la Regione, per l’adeguamento del prezzario recentemente approvato. È quanto chiede Ance Umbria, l’associazione dei costruttori edili di Confindustria, fortemente preoccupata che il fortissimo aumento dei prezzi delle materie prime possa fermare l’attività di tutti i cantieri.
“Da diversi mesi – spiega Albano Morelli, presidente di Ance Umbria – cerchiamo di lanciare allarmi e richiamare l’attenzione dei decisori pubblici e di tutte le Istituzioni. Si vuol far credere che lo facciamo per egoismo o solo per evitare alle nostre aziende difficoltà e rischi di fallimento. Certo, ci sono anche queste preoccupazioni, per altro legittime. Ma testardamente insistiamo nel sottolineare come i fenomeni di aumento dell’energia e delle materie prime e di carenza dei materiali da costruzione, se non affrontati con spirito unitario e collaborativo, con responsabilità e verità, rischiano di determinare danni enormi all’economia, alla società, al territorio e alle nostre città e soprattutto al futuro nostro e dei nostri figli, visto che oggi abbiamo la possibilità di fare investimenti con il PNRR che segneranno i prossimi decenni”.
Lo straordinario aumento del costo dei materiali è frutto di una somma di eventi imprevisti ed imprevedibili. Il ferro e l’acciaio sono aumentati fino al 200%, i polipropileni e il legno di più del 100%, i bitumi di oltre il 50%. A questo si aggiunge la difficoltà a reperire molti dei materiali che servono all’attività delle imprese di costruzione.
La preoccupazione espressa da ANCE è quella di veder interrompere la ripresa dopo la grande frenata dovuta alla pandemia; è l’impossibilità di far funzionare al meglio lo strumento del 110% per risanare il patrimonio edilizio e anche di completare i lavori di manutenzione straordinaria che riguardano le strade; è l’angoscia derivante dal non poter portare a termine la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. “È – aggiunge Morelli – la profonda inquietudine che ci assale a fronte della irrealizzabilità delle opere previste dal PNRR per la nostra Regione, che ci spinge a gran voce a richiedere la possibilità di rinegoziare i contratti in corso di esecuzione, modificare e aggiornare i prezzari di riferimento a partire da quello regionale, adeguare i prezzi posti a base di gara, intervenire sul Decreto 27 gennaio 2022, n. 4, “misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi…” in modo da renderlo equo ed efficace. Non riteniamo possibile che le stazioni appaltanti, dell’Anas, di Rfi, della Regione e del cratere continuino ad insistere nell’applicare prezzari palesemente non congrui e non conformi ai reali prezzi di mercato. Riteniamo che l’interesse pubblico non sia quello di mettere in difficoltà gli operatori economici, vessare le imprese, bloccare i lavori, aumentare il contenzioso ma l’esatto contrario. Continueremo tenacemente con questa richiesta – conclude Morelli – ma non possiamo nascondere la volontà, in mancanza di risposte vere e concrete, di intraprendere iniziative eclatanti che riescano a portare la giusta informazione all’opinione pubblica”.
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