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Incendi a Terni, Comitato No Inc: “La conca è satura di inquinanti”

Due incendi devastanti in meno di 10 giorni in città, in un quadro regionale e nazionale in cui da anni si susseguono roghi di impianti. L’ultimo sembrerebbe slegato dalla vicenda rifiuti, ma pensare ad una tragica coincidenza non soddisfa il sospetto e la paura. Urgono analisi a tappeto, prolungate nel tempo sia delle matrici alimentari che della matrice suolo. Un piano di caratterizzazione degli inquinanti è urgente”.

Queste le parole del comitato No Inceneritori.

Nubi nere che si alzavano in cielo e facevano da cappello ad una conca ormai stanca, odori acri e pungenti che la pervadevano in ogni direzione indicata dal vento. I venti hanno spinto diossine e inquinanti vari ben oltre la zona industriale, prima verso Cesi, poi verso Toano e il centro città, poi verso Collescipoli, Ponte San Lorenzo e Narni.L’unica risposta che come abitanti di questi territori vogliamo è conoscere lo stato di salute dei terreni, delle coltivazioni e degli allevamenti che vi insistono per poter decretare la sussistenza, o meno, della sovranità alimentare di questo stralcio di penisola. Pensare che la conca debba essere considerata un luogo in cui non produrre cibo perché continuamente sottoposta a emissioni di inquinanti ci rattrista. Sarà necessario chiarire quanto sia salubre il nostro territorio alla produzione alimentare. Imbarazzante, da questo punto di vista, il silenzio delle associazioni di categoria dell’agricoltura. Dopo 130 anni di presenza industriale, 3 inceneritori, polo chimico, discariche ufficiali e abusive, industriali e civili, incendi, è il minimo che possiamo pretendere.Il territorio esige un piano di caratterizzazione sulle matrici alimentari e ambientali, nell’immediato, nel medio e nel lungo termine; che si analizzino ortaggi a foglia e a frutto , che si analizzino considerando i vari passaggi necessari all’uso alimentare, così prescrive in genere Asl, sia nella fase del lavaggio che della cottura. Che si analizzino uova, latte, carni, erbe aromatiche e spontanee, cereali, legumi e foraggi. Vogliamo che le analisi su queste ultime “matrici alimentari” avvengano nello stesso modo degli ortaggi: analizzandone i depositi di inquinanti e diossine nelle varie fasi di lavaggio e cottura.Le analisi, data la complessità, non dovranno essere a campione ma che coprano tutto il territorio, che provengano da allevamenti e/o aziende agricole ufficiali ma anche da orti e allevamenti domestici.

È un’indagine onerosa ma necessaria: Terni deve sapere se può ancora esser considerata una città in cui è possibile fare coltivazioni e allevamento per autosussistenza o se queste devono avvenire lontano dalla stessa, intendendo per “Terni” un territorio ben più vasto dei confini comunali.La sovranità (o autosufficienza) alimentare è la capacità di un territorio di produrre, allevare e trasformare quanto cibo serve allo stesso, permettendo un’alimentazione stagionale, di prossimità, garantendone la freschezza e la quotidianità. A garantire la sovranità alimentare contribuiscono tutti: contadini e contadine, allevatori, commercianti, cittadine e cittadini, amministrazione e asl, hobbisti e artigiane..ed ognuno ne è responsabile, vivendo il territorio, consumandone le risorse, investendone le energie”.

Foto: TerniLife ©

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